Terrorismo, Marini: “Germi già dopo Grande Guerra”

marini-franco1Italian Senate speaker Franco Marini talks to journalists after meeting with Italian President Giorgio Napolitano at Quirinale presidential palace in Rome, Monday, Feb. 4, 2008. Marini said he could not muster enough support for an interim government to change voting rules, clearing the way for an early election, probably this spring. (AP Photo/Pier Paolo Cito)

Il presidente Franco Marini, a Pescara, ricordando la Grande Guerra ha dichiarato che i germi dei tragici fatti di oggi ci furono già cento anni fa, con il crollo di quattro imperi e situazioni che da allora restano insolute. Contro il terrorismo l’appello all’Europa affinché sia più coesa.

A cento anni dalla Grande Guerra che costò all’Italia 650.000 morti, diverse sono le iniziative per raccontare quella tragica pagina di storia. A Pescara si è scelto una due giorni, a cura di Marcello Veneziani, che si inserisce nelle manifestazioni nazionali volute da un Comitato storico scientifico ad hoc di cui è presidente proprio Franco Marini. “Conoscere la guerra per amare la pace” questo il titolo scelto per la due giorni, con l’aggiunta importante “Quando un Popolo si scoprì Nazione”, perché fu proprio nella immane tragedia della Prima Guerra Mondiale, che una Nazione ignara e divisa si scoprì unita nel suo destino. Marini ha ribadito la necessità di preferire il dialogo alle armi, proprio in virtù della tragedia che interessò il mondo, cento anni fa, e i cui strascichi si trascinano nel presente alla luce di soluzioni che non ha hanno garantito stabilità e che riguardano zone ancora calde del pianeta. Contro il terrorismo l’Europa deve farsi sentire, ha detto Marini, unita e coesa, con quello spirito di solidarietà tra Stati che non deve venir meno. La diplomazia internazionale deve fare la sua parte, con essa i Paesi, i Governi e i cittadini che, proprio conoscendo la Guerra possono amare la pace.

Nella due giorni di Pescara si è parlato, in particolare ma non solo, di interventismo culturale e sono state approfondite figure cruciali con riferimento a tre grandi Abruzzesi: lo storico della prima guerra mondiale e testimone diretto Gioacchino Volpe, il Poeta soldato per antonomasia, Gabriele d’Annunzio, e il filoso Benedetto Croce che invece non sposò la causa dell’intervento. L’evento è stato aperto alle scuole e caratterizzato dagli interventi di relatori, tra storici e docenti universitari , i quali hanno raccontato la Grande Guerra agli studenti.