Mezzogiorno (o giù di lì) di fuoco sotto al Comune di Pescara dove, dopo le rispettive conferenze stampa si sono confrontati Giuliano Diodati amministratore unico Pescara Energia e Domenico Pettinari, consigliere comunale Pettinari per l’Abruzzo sulla alienazione delle reti del gas
La gara, spiega Diodati, è prevista dalla legge ma sarà il Consiglio Comunale a valutare la situazione e a dare un giudizio. L’amministratore di Pescara Energia, dopo la consegna al Comune della relazione tecnica definitiva sulle reti gas torna a ribadire il ruolo della partecipata al 100% del Comune nel contesto normativo di riferimento. Se da un lato Diodati annuncia un esposto alla Procura della Repubblica perché testuali parole “il consigliere Pettinari ha intrapreso una campagna volta a diffondere notizie false e gravemente lesive su Pescara Energia”, dall’altro a sostegno di Pettinari sono giunti alcuni cittadini con tanto di benda sulla bocca. “A rischio la democrazia!”, tuona Pettinari e le reti del gas, per Pettinari, devono rimanere pubbliche.
Entrando nel merito, partendo dal costo di acquisto delle reti del gas, Pettinari aveva parlato di 22 milioni a fronte di una stima del prezzo di vendita delle reti del gas che attualmente è di 13 milioni. Diodati risponde: “La valutazione non è stata fatta da noi, sono passati 20 anni e il costo non è di nostra competenza ma di un ente terzo validato da Arera”. Pettinari parla poi dei due milioni e mezzo di canoni corrisposti a Pescara Energia e anche qui Diodati ribatte.
Intanto Pettinari, sostenuto dai cittadini con la benda sulla bocca, afferma di essere contrari alla vendita delle reti del gas perché “nella nostra visione, tali reti, siano esse dell’acqua o del gas devono rimanere in capo al pubblico. Noi abbiamo il diritto dovere di dire come la pensiamo e se per me non è conveniente l’operazione, noi abbiamo il dovere di dirlo. Se a qualcuno questa cosa dà fastidio e si permette di denunciare, risponderà a sua volta. Perché noi abbiamo letto il comunicato della società partecipata che cita testualmente la mia persona – prosegue Pettinari – e reca delle frasi offensive e lesive, dicendo che non so leggere le norme, questo è lesivo del nostro gruppo. Quello che sta succedendo è gravissimo”, conclude Pettinari.