Il Consiglio di Stato dice sì alla sospensiva, niente voto ad agosto. Tutto rinviato a dicembre. Reazioni e commenti
Non si voterà ad agosto, come scrive il quotidiano il Centro. Neanche nelle 27 sezioni nelle quali sono state rilevate irregolarità. Bisognerà attendere gli eventi di dicembre quando i giudici amministrativi si esprimeranno nel merito della sentenza che aveva poi spinto il prefetto a far tornare al seggio il 24 agosto una parte dei pescaresi, circa 16.000. Questa la decisione del Consiglio di Stato che ha di fatto accolto la richiesta di sospensiva da parte degli schieramenti politici. Gli assessori e il sindaco restano quindi in carica.
I giudici si sono trovati dinanzi una richiesta unanime delle parti di sospensione della sentenza del TAR. Il collegio ne ha preso atto senza dover probabilmente dilungarsi sulle argomentazioni. Al Comune viene restituita la piena operatività. Esce quindi dall’ordinaria amministrazione stabilita il 24 giugno e riprende pieni poteri.
La richiesta di sospensiva era stata presentata, sia dal centrodestra sia dal centrosinistra all’opposizione in Comune, contestualmente al ricorso contro la sentenza del Tar che aveva annullato l’esito delle elezioni comunali 2024, disponendo un nuovo voto in 27 delle 170 sezioni della città; voto poi disposto dal prefetto per il 24 e il 25 agosto prossimi.
Il commento del sindaco di Pescara Carlo Masci
“Il Consiglio di Stato va verso la sospensione della sentenza del Tar Pescara del 25 giugno scorso, restituendo pieni poteri al Sindaco, alla Giunta e al Consiglio comunale, che riprendono a lavorare per la città”. Positivo il commento del sindaco Carlo Masci perché “possiamo riprendere a pieno la nostra attività, anche se in queste settimane, nel periodo dell’anno in cui la città è più viva, non ci siamo mai fermati. Pescara non può permettersi di rallentare per cui leggo con estremo favore il passaggio di oggi al Consiglio di Stato e attendiamo fiduciosi il pronunciamento di dicembre sul merito dei ricorsi”, dice il primo cittadino. “Al di là del discorso giudiziario, ho detto sin dal 25 giugno che sarei stato pronto al ritorno alle urne, e avevo chiesto al candidato sindaco della sinistra-cinquestelle di aderire a questa proposta ritirando la richiesta di sospensiva, ma il mio appello è rimasto inascoltato. Ritengo infatti che l’esito delle elezioni del 2024 sia stato chiarissimo, peraltro confermato dal riconteggio, e sono certo che il 24 e il 25 agosto sarebbe arrivata dai cittadini una risposta altrettanto chiara e netta dagli elettori, a favore del centrodestra, mettendo fine alla campagna denigratoria portata avanti nell’ultimo mese nei miei confronti dalla sinistra-cinquestelle. Ora la questione sarà riesaminata dal Consiglio di Stato e abbiamo piena fiducia sull’esito di questa vicenda”.
Il commento di Carlo Costantini e del centrosinistra
Interviene il centrosinistra sulla sospensiva: “Bene così, siamo stati i primi a chiederla e restiamo convinti che a tornare alle urne debba essere tutta la città. Il centrodestra per non prendere ulteriore batosta si è accodato”. “La sospensiva accordata dal Consiglio di Stato sull’ordinanza del Tar riguardo al voto del 24 e 25 agosto, è un risultato che il centrosinistra ha pienamente conseguito a vantaggio della città. Siamo stati i primi a reclamare l’esigenza di tornare al voto, di farlo nella maniera più ampia possibile a fronte delle gravissime irregolarità certificate dal pronunciamento del Tar. Una posizione limpida, quella nostra, contraria al voto di Ferragosto, all’inizio caldeggiato dalla destra, forse con la convinzione di poter riuscire ad avere una riconferma. Invece sarebbe stata una seconda presa in giro per la comunità, che non si sarebbe trovata in grado di affrontare con il giusto rispetto delle regole le elezioni suppletiva”, così commenta la coalizione di centrosinistra del Pd, Avs, Movimento 5 Stelle liste civiche e candidato sindaco Carlo Costantini. “Ora si andrà, come anticipa la decisione di oggi, verso la sospensiva integrale, scenario che come coalizione abbiamo sempre perorato – rimarcano gli esponenti- per liberare i pescaresi dal voto sotto l’ombrellone. Una posizione, quella della sospensiva integrale, dapprima avversata dalla destra, poi perorata con i ricorsi del Comune e dei consiglieri comunali e con Masci ultimo ad accodarsi, subdorando la seconda batosta che avrebbe preso dal Consiglio di Stato.
Di fatto, opportunisticamente e all’ultimo momento, uno a uno si sono via via di fatto accodati a noi per il ricorso, rimangiandosi la richiesta del voto a Ferragosto.
Lo scenario che è emerso dalle irregolarità del voto di Pescara dell’anno scorso richiede un’azione più ampia, che noi abbiamo sempre reclamato e che avrebbero dovuto reclamare tutti, vista la gravità della situazione. Un orizzonte a cui ci auguriamo di arrivare presto con la decisione che ci sarà a dicembre, perché il ritorno al voto non sia il tentativo di riconquistare una leadership su cui pendono tante criticità, ma sia un esercizio di democrazia chiara, limpido, cristallino, che i Pescaresi meritano”.
Il commento di Domenico Pettinari
“Alla luce delle notizie stampa sull’accoglimento da parte del Consiglio di Stato delle richieste di sospensiva mi preme fare alcune considerazioni. Premesso che per noi si dovrebbe tornare il prima possibile a votare in tutte le sezioni e non solo in alcune perché quello che è stato riscontrato dal TAR è di una gravità inaudita con irregolarità enormi riscontrate nei seggi, ritengo che il TAR, nell’annullare gli atti di proclamazione degli eletti e consentire solo l’effettuazione di atti urgenti e indifferibili, abbia di fatto, depotenziando le attività degli stessi, dichiarato una non piena legittimità della funzione. Oggi, invece, il Consiglio di Stato, con l’accoglimento delle sospensive farebbe tornare i consiglieri, la giunta e il sindaco nella pienezza dei poteri. La proposta, che poi sarebbe diventata decisione, sembrerebbe essere stata accettata positivamente da tutte le parti ricorrenti che infatti rivendicano pubblicamente il risultato. Ecco, fossi stato io una delle parti ricorrenti, non avrei accettato una sospensiva con il reintegro nella pienezza dei poteri di organi che precedentemente il TAR aveva dichiarato legittimi solo per atti indifferibili ed urgenti. Avrei, quindi, si chiesto una sospensiva, perché votare ad agosto sarebbe stata una “violenza” nei confronti dei cittadini, ma avrei comunque chiesto la sospensiva mantenendo lo stato attuale degli organi e cioè solo per gli atti indifferibili ed urgenti . L’aver accettato favorevolmente questa decisione da parte del centro destra ma soprattutto del centro sinistra significa far tornare un Sindaco e una Giunta ad operare come se nulla fosse accaduto pur in presenza di una sentenza del TAR che ha fatto emergere irregolarità catastrofiche su cui si dovrebbe far chiarezza immediatamente, nel merito, senza che passi troppo tempo. Soprattutto questa decisione consentirà ai consiglieri di tornare nella pienezza dei poteri, a tempo pieno, percependo quindi il numero dei gettoni pieni. Alla luce di tutto ciò mi auguro che non si vada troppo per le lunghe perché potrebbe anche accadere che con rinvii vari ci si trovi ad avere una Amministrazione, che nonostante le irregolarità riscontrate dal TAR nei seggi, continui ad operare per anni prima che arrivi una definizione nel merito”.
ALTRE REAZIONI E COMMENTI
“La sospensiva integrale della sentenza del Tar Abruzzo, preannunciata oggi dal Consiglio di Stato, rappresenta un atto importante che consente al Comune di Pescara di tornare a operare nella piena titolarità delle sue funzioni. Una decisione che accoglie le istanze presentate dagli amministratori e restituisce piena operatività agli organi democraticamente eletti”. Lo dichiara, in una nota, il presidente del Consiglio regionale dell’Abruzzo, Lorenzo Sospiri, commentando l’ordinanza che sospende la precedente sentenza del Tar, la quale aveva fortemente limitato l’azione amministrativa dell’Ente. “Il provvedimento del Consiglio di Stato ristabilisce condizioni di normalità istituzionale e operativa – aggiunge Sospiri – in un passaggio delicato per la città. Apprezziamo, inoltre, il senso di responsabilità dimostrato dal sindaco e dalla Giunta che, pur contrari nel merito alla sentenza del Tar, hanno scelto di non opporsi alla sospensiva, nell’interesse generale della collettività”. “Con questa decisione – conclude la nota del presidente Sospiri – si rafforza la nostra fiducia in una pronuncia definitiva che confermi la piena legittimità dell’operato dell’Amministrazione comunale”.
“Pescara non tornerà a votare con il costume da bagno, l’ombrellone sotto il braccio e la sabbia nelle ciabatte. Lo ha deciso il Consiglio di Stato accogliendo i ricorsi alla sentenza del Tar depositati prima dalla coalizione di centrosinistra e poi da quella di centrodestra. Ma il clima odierno di esultanza del sindaco in carica Masci e della sua maggioranza, che brindano al pericolo (per ora) scampato, non distolga lo sguardo politico e amministrativo dalla gravità di quanto accaduto un anno fa: resta l’ombra sulle elezioni amministrative, restano le buste sigillate e strappate, lacerate, restano le schede scomparse e riapparse, resta una sentenza scritta dai giudici del Tar che ha messo nero su bianco i propri dubbi di legittimità. Resta il coinvolgimento della Magistratura penale che dovrà fare piena luce, assicurando approfondimento investigativo e rapidità decisionale, su quella che oggi si palesa come un’offesa alla nostra democrazia. Il rinvio della decisione sotto l’Albero di Natale è un elegante invito a moderare i toni e a mantenere un basso profilo rivolto dalla Magistratura amministrativa a chi oggi ha il compito pro-tempore di governare la città. Leggo che la prima reazione del sindaco Masci non riguarda la legittimità o meno della propria elezione, che in realtà dovrebbe quanto meno suscitare la sua preoccupazione, perché per almeno altri cinque mesi, dovrà convivere con gli sguardi dubbiosi e interroganti dei pescaresi che incontrerà per strada, al supermercato, in piazza. Sguardi dubbiosi di chi non lo ha votato, ma anche di chi ha messo la croce sul suo nome. Eppure oggi la prima esternazione del primo cittadino ha riguardato l’aver riacquistato una presunta piena operatività di azione. Ovvero, la decisione del Consiglio di Stato che si è opportunamente preso del tempo per rileggere le carte e scrivere la propria sentenza, è risuonata per il centrodestra come un ‘tana libera tutti, possiamo continuare a fare quello che vogliamo’. Un clima amministrativo che pure abbiamo avvertito negli ultimi giorni, con gli uffici indaffarati e messi sotto pressione dal sindaco stesso, dalla giunta e da solerti consiglieri delegati al territorio, a preparare carte su temi di straordinaria rilevanza amministrativa, ben lontani da quella ‘ordinaria amministrazione’ disposta dal Tar. Quasi un presagio su quanto avrebbe deciso il Consiglio di Stato, che dunque ha suggerito di ‘tenere le carte pronte’. Ma quel presagio in realtà è fuorviante e soprattutto potrebbe indurre a un pericoloso far west amministrativo che in questo momento non ha ragion d’essere: la presunta riacquisita piena operatività non deve far distogliere lo sguardo dall’obiettivo finale, non deve confondere gli animi, né spingere le carte su corridoi di pensiero che meritano riflessione e riletture. L’autentica legittimazione del voto amministrativo del 2024 dipende oggi unicamente dal pronunciamento del 18 dicembre prossimo. Fino ad allora tutte le cosiddette ‘decisioni’ strategiche che riguarderanno Pescara, e inevitabilmente la nuova città del 2027, andranno ponderate, riflettute e intelligentemente condivise, in una sorta di co-gestione politica del territorio, l’unica misura che oggi gode dell’aggettivazione di piena legittimità e della condizione di opportunità”. Così Luciano D’Alfonso.
Lo pretende il principio di democrazia, lo pretende soprattutto la città che rischia ancora oggi di vedere calpestato il proprio diritto di espressione di un anno fa