Fondo sisma, 15 milioni di investimenti in Abruzzo

Progetti di ricerca e corsi di formazione, nuove imprese e attività commerciali, idee proposte da giovani in tutto Abruzzo.

In totale sono 48 i progetti a cosiddetto “impatto rapido sul territorio” e 73 i nuovi imprenditori creati grazie ai fondi raccolti dalle organizzazioni datoriali e sindacali in sostegno delle popolazioni colpite dal sisma del 2009.

Circa 15 i milioni di investimento, di cui più di 7 donati dai lavoratori di tutta Italia, e relative imprese di appartenenza, e quasi 8 cofinanziati dagli altrettanti soggetti beneficiari. Questo è il frutto del lavoro del Comitato Abruzzo, che unisce le associazioni di categoria e datoriali della regione e nato all’indomani del sisma.

Era il 10 aprile 2009 quando Confindustria e le segreterie generali di Cgil, Cisl, Uil, si unirono per aiutare le popolazioni terremotate. Dei sette milioni donati dai lavoratori, il Comitato Abruzzo guidato dall’industriale aquilano Fabio Spinosa Pingue, scelse di cofinanziare progetti innovativi e attrattivi per la creazione di conoscenza e di sbocchi professionali per i giovani abruzzesi, in un contesto di crisi economica disastroso, nei settori industriali e della piccola e media impresa.

Il comitato ha illustrato il bilancio sull’impatto che hanno avuto i progetti in Abruzzo in un convegno all’auditorium del parco dove è intervenuto tra gli altri anche Danilo Barbi, segretario nazionale responsabile delle politiche economiche, al posto del segretario Susanna Camusso assente per impegni dell’ultimo minuto.

Dei circa 15 milioni impegnati, di cui la metà cofinanziati dal Comitato Abruzzo, il 94% è stato erogato, mentre è stato realizzato l’87% delle attività previste: due sono i progetti chiusi, sei quelli ancora in corso, e 44 Qip sono ancora in attività. I costi di gestione – monitoraggio, audit, organizzazione workshop, comunicazione – hanno assorbito lo 0,013% dell’ammontare complessivo del programma generale d’intervento.

Il fondo è stato “speso” finora in risorse umane (39%), ricerca universitaria e d’impresa (22%), macchinari e costruzioni (19%), formazione e stakeholders (13%), studi e progetti pilota (7%).

Sono questi i dati emersi stamani nel corso del workshop che il Comitato Abruzzo ha tenuto presso la sede di Confindustria all’Aquila. L’incontro ha visto la partecipazione tra gli altri, anche si Giuseppe D’Amico, direttore di Confindustria Abruzzo, Roberto Campo, segretario generale Uil Abruzzo, Maurizio Spina, segretario generale Cisl Abruzzo, Umberto Trasatti, segretario generale Cgil L’Aquila, Giovanni Lolli, vicepresidente della Regione con delega alle Attività produttive.

Al centro del dibattito i progetti di natura industriale finanziati dal Fondo sisma, portati avanti da Selex Es

Antares e Thales Alenia Space che nel corso della mattinata hanno presentato i prototipi realizzati, esposti in stand dedicati all’esterno della sede. Lolli ha manifestato il suo apprezzamento nei confronti del programma generale, indicandolo come esempio di governance per gli interventi di sviluppo già proposti sul territorio locale e regionale che hanno costi di gestione generalmente molto più elevati rispetto a quelli fatti registrare nel caso specifico.

“Avete dimostrato che si può fare – ha tenuto a sottolineare Lolli – che con una cifra importante, ma relativamente ridotta, si possono aiutare le idee in modo rapido e trasparente e con costi indiretti veramente poso significativi, rispetto a quelli che generalmente ha un ente pubblico. Credo che questo sistema vada copiato concentrandoci sull’innovazione”.

Soddisfatto Spinosa Pingue:

“Siamo andati al cuore dell’economia finanziando questi progetti, che diventano ancor più importanti per la nobile provenienza dei fondi. Ora dobbiamo pensare al prosieguo e contaminare anche la realtà pubblica”.

L’evento è stato anche l’occasione per ragionare sul sistema industriale della regione Abruzzo con un focus specifico sulla provincia dell’Aquila e per valutare politiche industriali implementate e da implementare a cinque anni dal sisma.

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Marianna Gianforte: