Asl L’Aquila starebbe consigliando chiusura cantieri ricostruzione

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La Asl provinciale dell’Aquila ha consigliato, anche se non ancora ufficialmente, la chiusura dei cantieri della ricostruzione post terremoto dell’Aquila e del cratere sismico.

Tutto questo per “bloccare nel territorio il pendolarismo quotidiano di maestranze, tecnici ed imprenditori”, alla luce della difficoltà di controllare il fenomeno al fine di evitare l’eventuale aumento di contagi al coronavirus. Fonti interne all’azienda sanitaria sottolineano che sulla tematica non sono chiare le norme emanate nel decreto governativo di ieri sera che per 15 giorni blocca il Paese. Sempre i dirigenti dell’azienda sanitaria, chiariscono che sono le aziende a dover adottare le misure di prevenzione dettate negli ultimi decreti e che devono segnalare provenienze dalle zone più a rischio e di eventuali casi sospetti per i lavoratori nei cantieri. Per coloro che, in caso di chiusura, rientrano nelle loro residenze non ci sarebbero obblighi di autosegnalazione.

All’Aquila e nel cratere, secondo stime dell’associazione costruttori edili, sono impiegati circa 1.500 persone. La istanza è stata presentata, tra gli altri, al sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, che ieri non si è mostrato d’accordo con lo stop. Lo ha chiesto invece il consigliere regionale aquilano del Pd Pierpaolo Pietrucci che ha chiesto a Biondi e al governatore, Marco Marsilio, di Fratelli d’Italia, di bloccare i cantieri per isolare il territorio al fine di evitare il rischio di contagio. Anche i costruttori, alla luce della emergenza, si sono detti d’accordo con la chiusura “per il Paese e la salute dei lavoratori e degli imprenditori”, a patto che però ci sia la copertura dei salari con la cassa integrazione speciale.

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