Omicidio Russo, Mucciante: “Non sopportavo più i rumori, ecco perché l’ho ucciso”

“Non sopportavo più quei rumori, ecco perché l’ho ucciso”, così Roberto Mucciante davanti al Gip confessa l’omicidio del suo vicino, Salvatore Russo. L’arresto è stato convalidato.

“Sono una brava persona”, avrebbe detto Mucciante davanti al gip  Antonella Di Carlo, così come aveva già fatto davanti ai carabinieri e al pm. La mattina del 25 aprile in cui, in preda all’esasperazione, ha ucciso a coltellate Salvatore Russo, muratore 58 enne suo vicino di casa. Ha risposto con precisione a tutte le domande del giudice eccetto al numero di coltellate inferte alla vittima. Ha ribadito che non ce la faceva più a sopportare i rumori che il suo vicino di casa faceva. Tutto questo ha riferito nel corso dell’interrogatorio Mucciante, in carcere da mercoledì con la pesante accusa di omicidio aggravato. Stando a quanto emerso dall’autopsia, ha ucciso il suo vicino con ben 38 coltellate, fatale quella al cuore. Assistito dagli avvocati Clara Di Sipio e Gianluigi Amoroso, come scrive Il Messaggero, Mucciante, ha raccontato che già dal giorno prima aveva raggiunto il limite della sopportazione, quando era stato svegliato di soprassalto da una specie di martellata che proveniva dall’appartamento di Russo che si trova proprio sopra a quello suo. Per la rabbia,ha raccontato, gli era quasi venuta una crisi di nervi.
Poi il 25, l’incontro sulle scale del garage con Russo, un veloce battibecco e poi la tragedia. E’ stato lo stesso Mucciante a costituirsi.
I legali della difesa stanno valutando se richiedere una perizia psichiatrica. Distrutta la famiglia Russo che chiede giustizia e non vendetta. “Salvatore era un uomo onesto, buono, dal cuore d’oro”, dice chi lo conosceva. Oggi pomeriggio i funerali di Salvatore Russo, nella chiesa di San Giuseppe in via Matese.