Ancora un agente aggredito nel carcere di Teramo. La denuncia del SAPPE

Ancora un agente aggredito nel carcere di Castrogno a Teramo. Dura protesta del Sappe.

Il grave, episodio avvenuto nella mattinata di ieri, venerdì 2 Ottobre nel carcere di Castrogno a Teramo, evidenzia ancora una volta la difficile situazione degli agenti penitenziari. Nella circostanza, si legge in una nota a firma della Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria, un Assistente Capo della Polizia penitenziaria è stato aggredito in modo “vile” per futili motivi da un detenuto italiano già noto per analoghi fatti, all’interno della sezione “alta sicurezza 416 bis ” ,riportando fortunatamente solo una contusione del setto nasale , dimostra , se ancora ve n’era bisogno l’allarmante situazione delle carceri italiane e in particolare di quello teramano ,abbandonato da tempo dall’Amministrazione Centrale e Regionale e diventato ricettacolo di detenuti riottosi, ingestibili e psichiatrici , che per effetto della miscela esplosiva determinata dal sovraffollamento delle celle (340 detenuti a fronte di una capienza di 277) e dalle endemica carenza di personale di Polizia (ben 80 unità in meno rispetto all’organico previsto) sono diventati ingovernabili.

“Nonostante il gravissimo episodio perpetrato dallo stesso detenuto, si legge sempre nella nota, ancora non vengono prese le dovute iniziative disciplinari e allontanamento dall’istituto. Servono
dunque provvedimenti urgenti e concreti. Il regime di sorveglianza particolare prevede restrizioni al trattamento e ai diritti dei detenuti ritenuti pericolosi per la sicurezza penitenziaria. In base all’articolo 14 bis possono essere sottoposti a regime di sorveglianza particolare per un periodo non superiore a sei mesi, che può essere prorogato più volte, ma ogni volta in misura non superiore a tre mesi, i detenuti che con i loro comportamenti compromettono la sicurezza negli istituti penitenziari, quelli che con la violenza o le intimidazioni impediscono le attività degli altri detenuti, quelli che nella vita penitenziaria mettono in stato di soggezione altri detenuti.

E invece tutto questo non avviene, ora per il covid 19 ora perchè il soggetto detenuto non può supportare eventuale sanzioni disciplinari. Il Governo, il Ministero della Giustizia, conclude la nota, non possono fare i forti con i deboli, ossia con i poliziotti, ed essere poi deboli con i forti, cioè i detenuti, i delinquenti. Non lo accettiamo. La Polizia Penitenziaria merita rispetto”.