L’Aquila, il prefetto Linardi lascia: “La città è rinata”

Lotta alle infiltrazioni mafiose nella ricostruzione, gestione delle emergenze derivanti dai cambiamenti climatici, messa in sicurezza dal rischio sismico. Le priorità del prefetto Linardi, che da sabato lascia L’Aquila.

Questi gli aspetti su cui dovrà continuare a porre la sua attenzione lo Stato per aiutare il territorio dell’Aquila a superare le sue fragilità. A dirlo il prefetto Giuseppe Linardi, che questa mattina in una conferenza stampa di congedo, ha salutato i giornalisti dopo tre anni di permanenza alL’Aquila. Dove Linardi è arrivato il 2 gennaio del 2017, 15 giorni prima del terremoto che ha messo per l’ennesima volta in ginocchio le aree dell’alta valle dell’aterno nel contesto, tra l’altro, di una tremenda nevicata che poi si tradusse nella tragedia di Rigopiano. Il prefetto Linardi ha ripercorso la sua carriera che si conclude a L’Aquila, un destino comune ad altri prefetti.

Presto verrà nominato il suo sostituto, perché – spiega – lo Stato sa che il territorio aquilano non può restare troppo a lungo senza un prefetto. Linardi ha ricordato di essere entrato nella carriera prefettizia del ministero dell’Interno nel 1981 lavorando sino al 2009 con diversi incarichi di responsabilità e direzione all’interno del dipartimento della Pubblica sicurezza è stato prefetto della provincia di Grosseto, dove ha coordinato le operazioni di soccorso per il naufragio della nave Concordia.

Un episodio – ha detto – che segnerà per sempre la mia vita.

Così come ha segnato la sua vita l’arrivo all’Aquila, città che ha visto trasformarsi nel giro di tre anni. Oggi è una città viva che hai riconquistato la sua normalità. La linea netta di confine tra una città ancora fantasma e il ritorno alla quasi normalità, è stata l’inaugurazione della basilica di Collemaggio.