Via libera della Giunta al piano di riequilibrio finanziario pluriennale del Comune di Chieti, che giovedì 22 aprile sarà sottoposto all’approvazione del Consiglio Comunale. Il sindaco Ferrara parla di ” situazione drammatica ereditata”.

“È una fotografia della drammatica situazione economica e finanziaria che abbiamo trovato una volta insediati a palazzo di città che traduce in cifre i debiti dell’Ente che abbiamo cominciato ad accertare non appena ci siamo insediati – così il sindaco Diego Ferrara –  Un’attività condotta insieme alla struttura amministrativa che ha visto crescere, progressivamente al lavoro di accertamento, le cifre riportate nel piano. Oggi abbiamo una massa passiva accertata pari a 78.327.024,84 euro, di cui 47.083584,40 euro rappresentano il disavanzo di amministrazione anno 2019; ammonta a 10.240.927,65, invece la revisione straordinaria dei residui attivi e passivi; 19.589.227,16 derivano dal contenzioso legale; 670.328,22 sono altri debiti fuori bilancio e 742.957,41 altri accantonamenti. Ebbene queste sono le cifre, sono numeri che parlano da soli e raccontano di un debito cresciuto di anno in anno e della mancanza di qualsiasi azione di ripianamento”.
“Il piano di riequilibrio è nato per questa ragione. Non è una scelta politica o, peggio, irresponsabile, come chi ha governato prima di noi tenta di far passare: è un piano necessario, perché la città ha troppi debiti e poche alternative per affrontarli. La possibilità offerta dall’azione di riequilibrio è quella di aprire una strada al tentativo di traghettare la città verso il risanamento dei conti, passi che consentiranno a Chieti di recuperare programmazione, vita e lo sviluppo mancato in tutti questi anni. Sarà una strada dura e faticosa, fatta di scelte spesso obbligate, perché il percorso di riequilibrio disciplinato dall’articolo 243 bis del testo Unico degli Enti Locali, fissa dei parametri entro cui stare, soprattutto nei primi anni, ma che contiene in sé una visione di intervento sui debiti.
Le misure adottate nel piano in tal senso vedono un drastico contenimento della spesa, che va per gradi, ma sarà costante; attraverso lo spacchettamento dei contenziosi e la necessaria rimodulazione delle tariffe, che essendo già alte abbiamo contenuto, con l’intento di intaccare il meno possibile soprattutto sulle famiglie e sui contribuenti più vulnerabili, il piano potrà recuperare parte del passivo: attraverso la rimodulazione dell’IMU il Comune potrà recuperare 1.408.935,21 euro l’anno; dai parcheggi 410.354,38 euro; dagli impianti sportivi 27.500 euro; dalla refezione scolastica 100.000  euro; dai diritti di segreteria e urbanistica 65.300 euro e dagli oneri di urbanizzazione 29.707,50; dal programma delle alienazioni degli immobili comunali si prevede di introitare oltre 10 milioni di euro nel triennio 2021/2023, nonché accentuando l’azione di recupero dei crediti tributari pregressi, tenendo bene a mente la situazione economica post pandemica, nel venire incontro ai contribuenti. Questo è il lavoro che ci aspetta, uno sforzo imponente, perché tale è l’attenzione richiesta da una situazione cristallizzata dagli anni di governo di centrodestra. I numeri sono chiari e parlano da soli, li temevamo sin dalla campagna elettorale essendo stati i primi a muovere gli organismi contabili perché venissero accertati. Cristallino sarà anche il nostro lavoro, perché l’obiettivo è grande e ci tocca tutti, da cittadini e da amministratori, restituire una rotta alla città”.

Il sindaco Ferrara, infine, lancia un appello alla cittadinanza e al Consiglio Comunale affinché, domani, venga approvato il piano da sottoporre alla Corte dei Conti. Se la Corte dei Conti dovesse dare il suo “placet” “Chieti potrebbe respirare, si potrebbe continuare a realizzare grandi opere iniziate, approvare un Piano regolatore per una città non respingente, attuare manifestazioni culturali, Covid permettendo, per far ripartire l’economia”. Se Ferrara afferma che ci sarà una rimodulazione delle tariffe indifferibile ma non certo un raddoppio dell’Imu né lacrime e sangue per i cittadini, il capogruppo della Lega, Mario Colantonio, sostiene, invece che ci si sta comportando come se il Comune fosse già in dissesto con l’applicazione di tutte le aliquote massime, “quando, invece, potevano essere mediate, considerando che questo Comune ha delle sacche di riscossione grandi, date – conclude Colantonio – anche da 66 milioni di euro di residui attivi che comunque vengono portati in bilancio”.