Covid Abruzzo, ecco le nuove regole per le riaperture

L’Italia si avvia a diventare per oltre la metà gialla la prossima settimana ma, nonostante le riaperture delle attività, il coprifuoco resta alle 22, così come è invariata la tabella di marcia delle ripartenze graduali fino a luglio. L’Abruzzo strizza l’occhio al giallo.

Il decreto legge varato ieri sera da un Cdm veloce, durato poco meno di mezz’ora, non modifica le linee essenziali già trapelate con la prima bozza e scoppia la tensione nel Governo, con la Lega che non vota “un decreto che continua a imporre chiusure e limitazioni”, come ha detto Matteo Salvini, assicurando comunque la fiducia al premier Mario Draghi.

Il calendario per il Paese è ormai deciso: si ripartirà lunedì prossimo 26 aprile e tra i primi a farlo saranno i ristoratori: in zona gialla, fino a tutto il mese di maggio, sarà possibile pranzare o cenare solo nei locali che hanno tavoli all’aperto e dal primo giugno si mangia nei ristoranti al chiuso solo a pranzo. Contemporaneamente – sempre in area gialla – riapriranno con specifici protocolli teatri, cinema e spettacoli e i musei. Dal 15 maggio sarà consentita l’attività nelle piscine scoperte. Anche se fin dall’entrata in vigore del decreto saranno possibili gli sport all’aria aperta, sarà permesso frequentare le palestre al chiuso in zona gialla soltanto dal primo giugno, data in cui saranno aperte al pubblico anche le manifestazioni e gli eventi sportivi di interesse nazionale. Ma sarà possibile autorizzare lo svolgimento di eventi sportivi di particolare rilevanza anche prima, con l’eventuale possibilità di una deroga al numero massimo di spettatori, che è fissato a mille per le strutture all’aperto. Il 15 giugno ripartono le fiere e dal primo luglio sarà la volta do congressi e parchi tematici. Parallelamente, i ragazzi tornano in classe. Fin dal 26 aprile in zona gialla e arancione tutti i ragazzi delle medie ed elementari saranno tra i banchi, in quelle superiori la presenza sarà almeno al 70% e fino al 100%.

La situazione dell’Abruzzo migliora costantemente ormai da giorni e la regione ha tutte le carte in regola per passare in zona gialla da lunedì. L’ufficialità, comunque, si avrà solo domani, all’esito della Cabina di regia nazionale e del monitoraggio settimanale. Se il trend, nel complesso, è favorevole, non mancano i territori in cui i numeri continuano ad essere preoccupanti. Sono 28, al momento, i comuni in zona rossa, ma domani si riunirà anche l’Unità di crisi regionale e la mappa delle maggiori restrizioni potrebbe essere ridefinita. A livello regionale, i dati dell’Abruzzo sono tutti da zona gialla. Lo sono già da settimane, ma la regione è rimasta in arancione perché il Governo per aprile ha eliminato il giallo. Tra i parametri in rapido miglioramento c’è il tasso di occupazione dei posti letto: quello relativo alle terapie intensive è sceso al 26%, a fronte di una soglia di allarme del 30%; quello dell’area medica è al 32%, rispetto ad un valore limite del 40%. Non preoccupa neppure l’incidenza settimanale dei casi per centomila abitanti. Al momento il dato è pari a 100, il valore migliore registrato dall’inizio dell’anno. Bassissimo il dato della provincia di Pescara, che con un dato pari a 44 continua ad essere quella in Italia con la migliore incidenza settimanale. Ancora più basso il dato di Pescara città che, dopo 40 giorni in zona rossa, ha ora un’incidenza pari a 39. Segue il Chietino, con 83. Poi ci sono il Teramano (133) e l’Aquilano (140). Proprio nelle province di Teramo e L’Aquila si trovano i 28 comuni inseriti in zona rossa: otto nella prima e 20 nella seconda. La mappa delle maggiori restrizioni verrà ridefinita dopo la nuova riunione dell’Unità di crisi, che si terrà, come di consueto, domani.

 

 

In zona rossa tutti presenti fino alla terza media, mentre alle superiori l’attività in classe si svolgerà almeno al 50%. Riguardo agli spostamenti, l’autocertificazione resta necessaria, laddove è già prevista, ma da subito gli italiani potranno girare più liberamente – anche tra regioni di colori diversi – avendo in tasca il certificato verde, che dovrà attestare la vaccinazione, l’esecuzione di un tampone negativo o l’avvenuta guarigione dal Covid. Chi avrà il pass potrà anche accedere a determinati eventi – culturali e sportivi.

A stabilire quali saranno i territori che beneficeranno per primi delle nuove aperture sarà innanzitutto il monitoraggio di venerdì. Stando ai dati attuali, sono undici – Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Umbria e Veneto – oltre alle province di Trento e Bolzano a puntare alla zona gialla, avendo un Rt nel valore inferiore sotto l’1 e un rischio basso o moderato, compatibile con uno ‘scenario 1’. In zona arancione resterebbero invece Calabria, Sicilia, Basilicata, Campania e Toscana, che hanno un Rt vicino a 1 e un’incidenza sopra 200. Niente da fare per Puglia, Sardegna e Valle d’Aosta: hanno ancora numeri da rosso e per loro si parlerà di riaperture non prima di maggio.

Fabio Lussoso: