Gran Sasso imbrattato, scatta la rivolta sul web

Gran Sasso imbrattato, scatta la rivolta sul web. Si scatena sul web la reazione di migliaia di naturalisti, appassionati della montagna, semplici cittadini, indignati da quelle scritte rosse lasciate sulle rocce lungo il sentiero del Corno Grande che porta alla sommità del massiccio dal versante aquilano. Somma Trekking con il logo dell’associazione sportiva campana impresso con vernice rossa spray, indelebile.

Imbarazzati i responsabili dell’ assiociazione campana che dapprima tentano una disperata difesa e poi si dicono pronti a rimediare.
Scritte lasciate da qualcuno, con l’utilizzo di uno stencil, nelle quali si ritraggono due montagne con la scritta  “Somma Trekking”. Stando alle prime segnalazioni di centinaia di utenti su Facebook: “Il gruppo” avrebbe postato immagini di queste scritte sulla loro pagina Facebook”. Scattano le denunce. Quelle scritte sul sentiero del Gran Corno sono una vergogna, un insulto alla natura ed alle bellezze paesagistiche dell’Abruzzo gridano molti escursionisti i quali inviano immagini delle scritte all’Ente Parco Gran Sasso-Laga. E la risposta dell’Ente Parco non si è fatta attendere, annunciando azioni verso gli imbrattatori.

“L’Ente – dichiara il presidente del parco, Tommaso Navarra – ha ricevuto la segnalazione su quanto gravemente accaduto. Abbiamo trasmesso il tutto al Coordinamento territoriale per l’Ambiente del Corpo Forestale dello Stato per gli accertamenti di propria competenza”. Navarra denuncia la gravità del fatto, ed aggiunge che “ dalle prime rilevazioni il fatto appare di sicura gravità ed è stata mia cura richiedere all’ufficio legale la valutazione per gli estremi per una denuncia querela per danneggiamento con deturpazione di bellezze naturali”.
“L’episodio, correttamente documentato dal gestore del Rifugio Franchetti, ci impone, laddove ve ne fosse ulteriore necessità, un’approfondita riflessione sull’esposizione al pericolo dei nostri beni ambientali di valore assoluto”, prosegue poi l’avvocato teramano.
“Sarà compito di questo Ente perseguire in tutte le sedi possibili e opportune chiunque ponga in essere comportamenti di danno o di semplice esposizione al pericolo dei nostri valori ambientali – assicura – All’esito di una migliore e definitiva relazione finale su quanto occorso, a opera dell’autorità giudiziariamente competente, sarà impegno di questo Ente rendere pubblico l’accertamento verificato, le responsabilità in ipotesi emerse e le azioni di ripristino e risarcimento doverosamente curate”.

L’episodio, riportato anche sulla pagina social del noto “Rifugio Franchetti”, situato sul Gran Sasso ad un’altitudine di 2433 metri, ha scatenato migliaia di critiche e post al vetriolo su Facebook. Alcuni molto pesanti rasentando lo sfondo razzista a testimonianza del risentimento verso un gesto, quello di aver imbrattato la montagna abruzzese, che ha colpito migliaia di cittadini. Sul social sono comparse scritte che vanno dal semplice dispiacere ed indignazione per l’atto incivile, fino ad arrivare ad offese ben più pesanti come ad esempio, “ecco i soliti napoletani”, “Andate a insozzare il Vesuvio”. Luca Mazzoleni gestore del rifugio Franchetti, prova a smorzare i toni della polemica:

“Sui social si sta come sempre esagerando – spiega – È davvero triste leggere commenti così offensivi verso un gruppo di persone che, sono sicuro, hanno commesso uno sbaglio, ma con ingenuità. Certo, hanno sbagliato, ma certi commenti sono altrettanto spiacevoli. L’ideale sarebbe se i signori di “Somma Trekking” si scusassero e provvedessero a rimuovere ogni scritta dal sentiero. Poi, tutti amici come prima”.