25 aprile: a Chieti corteo in centro e studenti intonano “Bella Ciao”

Una manifestazione organizzata dall’Unione degli studenti medi e superiori, alla quale ha dato la propria adesione l’Anpi, ha animato oggi la celebrazione del 25 aprile a Chieti

La cerimonia istituzionale della Festa della Liberazione attraverso le vie della città. Un lungo corteo per onorare la storia e la memoria del 25 aprile: dal monumento dedicato alla Resistenza, a Largo Cavallerizza, a quello dedicato ai partigiani, a Largo Martiri della libertà; poi al Polo Tecnico della Provincia, alla lapide dedicata alle vittime di fucilazione, fino al monumento ai Caduti, alla Villa Comunale, dove la cerimonia in sinergia con la Prefettura si è conclusa, per cedere il testimone a quella civile in sinergia con ANPI e le associazioni cittadine.

Gli studenti, una cinquantina, si sono ritrovati in piazza Malta da dove poi si sono mossi sfilando lungo corso Marrucino dove, applauditi dai cittadini che partecipano alle iniziative della giornata, hanno fatto una breve sosta in largo Martiri della Libertà, dove si teneva il reading da “La resistenza taciuta. Le donne raccontano” di Maria Saveria Borrelli, a cura del Club Unesco Chieti, per poi proseguire in direzione della Villa comunale. Il corteo, aperto
dallo striscione con la scritta “Il vento fischia ancora” ha cantato “Bella Ciao” e gridato slogan come “Oggi Chieti è antifascista” e “Scendi giù scendi giù e protesta pure tu”. Sempre a Chieti mattinata in largo Martiri della Libertà, appuntamento con : “Le voci degli antifascisti per la libertà del popolo italiano – Lettere dei condannati a morte della Resistenza” a cura dell’associazione Voci di dentro e della Scuola di recitazione del Teatro Marrucino. Gianluca Antonucci, presidente Anpi Chieti, ha ricordato la finalità di mantenere la memoria attiva: “L’Anpi non avrebbe bisogno di continuare ad esistere e ad avere associati come me che hanno avuto un nonno partigiano ma che comunque sono distanti da quella che è stata la Resistenza – ha detto. Il problema è che dobbiamo continuare ad esistere perché c’è chi mette in dubbio e, ricordando le parole del presidente Mattarella, non si può né dimenticare né perdonare. Dobbiamo comprendere le ragioni di chi ha sbagliato ma non dobbiamo dimenticare che c’è stata gente che ha collaborato ai rastrellamenti, a fare i nomi e a fare sì che venissero portati a morte uomini e donne che lottavano per la libertà del nostro paese e questa cosa va ricordata. La Liberazione non è né di destra né di sinistra, è la base della costituzione democratica del nostro paese e ricordiamo anche che
dalla lotta al fascismo ci sono stati anche i prodromi di quella idea di Unione Europea che oggi è così presente nelle nuove generazioni”.