Rigopiano: l’ex capo della Mobile Muriana interrogato in Ospedale

L’ex capo della Squadra Mobile di Pescara Piefrancesco Muriana ha tentato il suicidio ed è ora ricoverato all’ospedale di Chieti. Il funzionario era atteso questa mattina in Procura a Pescara per un interrogatorio sulle vicende di Rigopiano per le quali è indagato per calunnia nei confronti di carabinieri, ma non si era presentato.

Pierfrancesco Muriana non sarebbe in pericolo di vita: è stato trovato da una pattuglia dei Forestali nei pressi di Francavilla al Mare riverso nella sua autovettura. Secondo quando confermano gli ambienti sanitari teatini sarebbe intossicato da monossido di carbonio ma non sarebbe in pericolo di vita. La Procura di Chieti, intanto, ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio dopo il tentato suicidio dell’ex capo della squadra mobile di Pescara Pierfrancesco Muriana. Nonostante la leggera intossicazione del dirigente della mobile ricoverato attualmente nel reparto di Psichiatria del SS. Annunziata di Chieti, e’ stato sottoposto ad un interrogatorio coordinato dal sostituto Procuratore Marika Ponziani e dal Comandante dei carabinieri della Compagnia di Chieti, il Maggiore Massimo Capobianco. Muriana è ascoltato come persona informata dei fatti.

La cronaca della giornata: 

Non si era presentato, all’interrogatorio in programma questa mattina, l’ex capo della squadra mobile di Pescara Pierfrancesco Muriana, indagato per calunnia in merito ad una vicenda maturata nell’ambito delle indagini sul disastro dell’Hotel Rigopiano. Il procuratore aggiunto Anna Rita Mantini e il sostituto Luca Sciarretta, titolari dell’inchiesta, lo hanno atteso per oltre un’ora insieme ai suoi legali Augusto La Morgia e Marco Spagnuolo, i quali all’uscita del tribunale hanno commentato: “Riteniamo che ragionevolmente il nostro assistito abbia avuto un contrattempo”. Muriana è indagato sulla base della denuncia presentata dal carabiniere forestale Michele Brunozzi, che era precedentemente finito sotto inchiesta, insieme ad altri due colleghi della forestale, proprio in seguito ad un esposto di Muriana, archiviato alcune settimane fa dal Gip, che aveva chiarito che “non esistono elementi per sostenere l’accusa” e “non vi è elemento alcuno che possa corroborare l’ipotesi dolosa delineata dal denunciante”.

Muriana, nella sua denuncia, aveva riferito che il 27 gennaio 2017, pochi giorni dopo la tragedia, trasmise via Pec, ai carabinieri forestali, l’annotazione dell’agente Crosta riguardante una telefonata effettuata dal cameriere del resort Gabriele D’Angelo, poche ore prima del disastro, per chiedere aiuto al Coc di Penne, contestando ai forestali di avere inoltrato tale annotazione alla Procura solo il 12 novembre 2018 e di avere falsamente dichiarato che era già stata inviata il 27 gennaio dell’anno precedente. Inoltre, avrebbe accusato i forestali di avere falsificato il documento, cancellando la data e il numero di protocollo originariamente apposti sulla nota. Immediatamente scattò un contro-esposto dei forestali, che ha portato all’apertura di un primo fascicolo a carico di Muriana per favoreggiamento del depistaggio, al quale ora si aggiunge il secondo fascicolo per calunnia.

Muriana ha lasciato in macchina un biglietto con su scritto “Sono estraneo alla vicenda di Rigopiano”.

Un vecchio modello di auto Diesel di proprietà del padre, che l’ex capo della Mobile di Pescara Pierfrancesco Muriana ha utilizzato per tentare di togliersi la vita nei pressi di una discarica di Francavilla al Mare (Chieti). Muriana ha ribadito la sua estraneità alla vicenda di Rigopiano: ha affermato di non essere stato al corrente della prima telefonata arrivata in Prefettura dall’hotel che dava l’allarme. Ora le condizioni dell’ex capo della Mobile di Pescara sono stabili ed è fuori pericolo di vita. Muriana all’epoca della tragedia era il capo della Squadra Mobiloe di Pescara. Ora è in servizio a Manfredonia (Foggia). Questa mattina era atteso in Procura a Pescara per essere ascoltato come indagato per calunnia nei confronti di alcuni carabinieri forestali a seguito della sua denuncia contro di loro, poi archiviata. Le Procure di Chieti e di Pescara hanno iniziato un coordinamento investigativo, e sequestrato il biglietto, a seguito dell’apertura di fascicolo di indagine sull’accaduto.