Oggi è stato conferito l’incarico al medico che dovrà effettuare l’autopsia sul corpo della piccola Fatime, la 12enne morta giovedì 24 luglio mentre faceva il bagno a Pescara
I genitori stretti nel dolore e l’amico di sempre, del padre, Patrick Goubadia, portavoce del Forum internazionale dei nigeriani e dei migranti e migranti Consapevoli, ricorda la ragazzina incontrata appena una settimana prima, sempre sorridente e allegra. Oggi è stato conferito l’incarico al medico legale che dovrà effettuare l’autopsia. Una persona è stata indagata, si tratta di una pescarese legata a un familiare dei bambini che si stava occupando di otto minori, incluso il proprio figlio piccolo che teneva in braccio. Il gruppo si trovava inizialmente sulla spiaggia libera all’altezza di via Muzii, per un pomeriggio di relax iniziato con fratelli e cugini. Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Pescara, dal pm Rosangela Di Stefano, insieme alla polizia e alla Guardia costiera, ci sarebbe stata una carenza di sorveglianza. In acqua sarebbero entrati solo i quattro bambini più grandi, tutti capaci di nuotare. Il mare, quel giorno, era calmo. Poi l’imprevisto: le sorelle di Fatime, che stavano nuotando con lei, l’hanno vista in difficoltà. Hanno tentato di aiutarla, ma l’hanno persa di vista. Le grida hanno attirato l’attenzione di un dipendente dello stabilimento Jambo e di una bagnante, che hanno immediatamente dato l’allarme. Goubadia lancia una colletta di solidarietà, anche se in molti si stanno muovendo in tal senso per riportare la piccola in Guinea. Il legale della famiglia ripone fiducia nel lavoro della magistratura e tra qualche giorno la piccola salma sarà restituita alla famiglia. Ora i genitori chiedono la verità, che riemerga, almeno essa, dal mare.