Fallimento Sogesa, chiesti otto rinvii a giudizio

Fallimento Sogesa, chiesti otto rinvii a giudizio. Insieme a Di Matteo i rischiano processo altre sette persone. A cinque anni dal fallimento di Sogesa, la società operativa di Cirsu che si occupava della raccolta dei rifiuti nei comuni soci (quelli di Giulianova, Bellante, Roseto, Morro d’Oro, Notaresco e Mosciano) la Procura di Teramo chiede il rinvio a giudizio per 8 persone.

A rischiare il processo i tre membri dell’allora cda di Cirsu e Sogesa Angelo Di Matteo, Diego De Carolis ed Andrea Ziruolo e i due consulenti Mery Pistillo e Lorenzo Giammattei, accusati di bancarotta fraudolenta patrimoniale, e gli ex presidente ed amministratore delegato di Sogesa Gabriele Di Pietro e Giovanni Marchetti oltre all’allora presidente del cda e amministratore delegato di Deco spa Paolo Tracanna, accusati di bancarotta preferenziale. Sotto accusa tutta una serie di atti compiuti nel corso della trasformazione di Sogesa da società mista pubblico privata a società a capitale interamente pubblico in seguito all’acquisto, da parte di Cirsu, delle quote di AIA (società del gruppo Deco). All’epoca, infatti, secondo la Procura (titolare del fascicolo il pm Stefano Giovagnoni) Sogesa avrebbe vantato nei confronti di Cirsu crediti per oltre tre milioni di euro. Crediti disconosciuti dal Cirsu, la cui governance a quel punto coincideva perfettamente con quella di Sogesa, che con un accordo transattivo e una consulenza richiesta ad hoc avrebbe occultato, secondo gli inquirenti, i reali importi dovuti a quest’ultima riconoscendole crediti per appena 431mila euro circa. Un duro colpo per le casse di Sogesa, che di lì a poco sarebbe stata dichiarata fallita. Da qui l’accusa di bancarotta fraudolenta patrimoniale per Diego De Carolis, Angelo Di Matteo, Andrea Ziruolo, Mery Pistillo e Lorenzo Giammattei. Ma non solo. Perché la Procura contesta l’accusa di bancarotta, questa volta di tipo preferenziale, anche all’ex presidente del cda di Sogesa Gabriele Di Pietro e all’ex amministratore delegato di Sogesa Giovanni Marchetti perché prima della procedura fallimentare, in un momento in cui Sogesa versava già in uno stato di decozione finanziaria, avrebbero eseguito pagamenti in favore di Deco per oltre 689mila euro. Accusa contestata in concorso anche all’allora presidente del cda e amministratore delegato di Deco spa che secondo l’accusa era a conoscenza dello stato Di dissesto in cui versava all’epoca Sogesa, partecipando l’azienda al capitale della società attraverso L’Aia.