Stato di agitazione dei Centri di Ricerca dell’Abruzzo

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Tornano in stato di agitazione i Centri di Ricerca dell’Abruzzo. I dipendenti, senza stipendio da mesi, chiedono alla Regione di assumersi la responsabilità di atti che incidono sulla vita di lavoratori e lavoratrici.

La decisione è stata presa ieri, durante l’assemblea sindacale di Cotir, Crab e Crivea, insieme con le organizzazioni sindacali di categoria Flai, Fai e Uila, Filctem Cgil, Femca e Uiltec e le rispettive confederazioni regionali di Cgil, Cisl e Uil. Nel testo emerso dall’incontro si legge:

“Al presidente della Giunta regionale, Luciano D’Alfonso, all’assessore, Dino Pepe e ai dirigenti si chiede di assumersi la responsabilità di atti che incidono sulla vita dei lavoratori e delle lavoratrici. Gli impegni assunti con la firma dell’intesa del 27 gennaio scorso devono essere rispettati! I lavoratori e le organizzazioni sindacali hanno deciso di intraprendere, lunedì prossimo, le opportune iniziative di lotta e la proclamazione dello stato di agitazione nel caso in cui, nelle prossime ore, non arrivi un riscontro sull’erogazione del Fondo 2016 stanziato in favore dei Centri di Ricerca e se non saranno adottati atti concreti per l’uscita dalla procedura di liquidazione e continuerà il permanere di inadempimenti sull’accordo. L’accordo sottoscritto con il Collegio dei liquidatori ha come obbiettivo la salvaguardia dei posti di lavoro e l’attività di ricerca e sviluppo svolta dai tre Centri, ma la Regione deve dimostrare la volontà politica di investire sul nuovo e unico Centro regionale, come punto di riferimento nel mondo della ricerca e dello sviluppo nell’agroindustria, agroalimentare e ambientale, attraverso atti concreti nei confronti dei lavoratori e delle loro famiglie. Ci auguriamo che in queste ore la Regione paghi lo stipendio ai cinquanta dipendenti dei tre Centri. Un primo passo verso il superamento dello stato di liquidazione per arrivare alla fine di questo lungo processo di riordino”.