Coronavirus, 11 anni Sisma L’Aquila, Petrocchi: “Ricordiamo vittime e scomparsi Covid”

Coronavirus, a 11 anni da Sisma L’Aquila, Arcivescovo Petrocchi: “Virus non zittisce memoria vittime, ricordiamo anche scomparsi Covid.”

“La commemorazione dell’anniversario del terremoto in questo periodo è avvolta da un velo di tristezza aggiunta. Tuttavia, l’allerta da coronavirus non riuscirà ad ammutolire la memoria del rovinoso sisma del 2009: la Città affiderà la sua voce ai 309 rintocchi di campana che, nella notte, ricorderanno le vittime del terremoto. Questi suoni, mesti e solenni, intendono abbracciare con la loro eco anche il dolore di tutte le famiglie che hann o perso i loro cari, spesso in circostanze strazianti, a causa del micidiale contagio”. Così l’arcivescovo metropolita dell’Aquila, il cardinale Giuseppe Petrocchi, nel messaggio per l’undicesimo anniversario del terremoto dell’Aquila del 6 aprile 2009, la cui commemorazione nella notte tra 5 e 6 aprile prossimi, non vedrà il corteo e la fiaccolata a causa dei divieti per il Coronavirus. L’alto prelato ha dato al suo intervento il titolo “Popolo temprato dalla storia ad affrontare e superare prove difficili”.

“A undici anni dal terremoto, che ha devastato il nostro territorio, un altro shock si abbatte sulla Comunità Aquilana: questa volta si tratta di ‘onde-d’urto’ non sismiche, ma ‘virali’. Il famigerato Covid-19 ha causato i rovinosi ‘sussulti’ sanitari che stiamo soffrendo – scrive ancora Petrocchi – Le 309 stelle (che rievochiamo) rimarranno sempre accese nel cielo spirituale e civile della Città, così come brilleranno perennemente nell’anima dei loro cari. Nella notte di questo anniversario si accenderanno anche lampade e lumi per commemorare i morti da Covid-19: così, alle luci del ‘firmamento’ aquilano si aggiungono altri ‘bagliori’, simbolo di un’ ‘appartenenza’ destinata ad ardere per sempre”. Per il cardinale, “la battaglia contro il coronavirus può essere combattuta e vinta solo serrando le fila e mantenendo lo schieramento compatto della Comunità: civile ed ecclesiale. Il rispetto severo delle norme decretate esige una disciplina condivisa, animata dall’amore e orientata verso una speranza che non sarà delusa.”

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