Stellantis ha siglato un accordo con le organizzazioni sindacali per 250 uscite volontarie nello stabilimento di Cassino e di altre 427 uscite volontarie nel comprensorio di Atessa dove a marzo sono state assunte 114 persone
Sempre a marzo, sono stati assunti un centinaio di giovani ingegneri a Mirafiori. Lo rende noto l’azienda. L’obiettivo è “adeguare i processi aziendali in coerenza con lo sviluppo di nuove competenze professionali, richieste per la produzione della nuova gamma prodotti, e del ricambio
generazionale in corso”.
“Siamo determinati – spiega Stellantis – a garantire la continuità dei nostri impianti e delle attività in questo momento complicato e continuiamo a supportare tutti i nostri colleghi e colleghe in questa fase. Si tratta di un percorso impegnativo, che comporta scelte complesse e non offre soluzioni immediate, ma richiede unità d’intenti e visione per accompagnare questa grande azienda, insieme a tutti i suoi dipendenti, nel futuro.”
Stellantis Atessa: altri 427 posti di lavoro in meno. La FIOM non firma l’accordo sulla “Separation”
Il 10 giugno 2025 si è svolto l’incontro tra le organizzazioni sindacali e Stellantis Atessa per discutere la procedura di incentivazione all’uscita (cosiddetta “Separation”) che coinvolge lo stabilimento ex SEVEL, Stellantis Plastics e gli Enti Centrali.
Siamo in presenza di un ulteriore ridimensionamento occupazionale senza nessuna prospettiva di controtendenza. Solo qualche anno fa, i lavoratori della ex SEVEL erano circa 6.000, oggi si è scesi a circa 4.800 e con quest’ultima dichiarazione di esuberi se ne perderanno altri 427 (400 in ex SEVEL, 25 in Plastics e 2 negli Enti Centrali).
A questi si aggiungono centinaia di lavoratori somministrati che negli anni non sono stati confermati o stabilizzati, contribuendo ulteriormente al calo occupazionale.
La diminuzione del personale lascia intendere che quest’anno il livello produttivo, sceso da circa 1.250 furgoni al giorno a circa 850-870, rappresenterà il nuovo standard nei prossimi mesi.
Queste le ragioni per le quali la FIOM CGIL ha deciso di non sottoscrivere l’intesa. Senza piani industriali e senza chiare prospettive per il domani la Fiom non firma le uscite volontarie.
Nel frattempo, continueranno fino al 31 dicembre 2025 i contratti di solidarietà, uno strumento che, lo ricordiamo, comporta una perdita salariale per le lavoratrici e i lavoratori oggetto di tale strumento.
La FIOM CGIL ribadisce con forza che non è accettabile proseguire su una strada fatta solo di uscite, tagli e riduzioni, senza alcuna strategia industriale, investimenti sul futuro del sito e del territorio, né garanzie per chi resta.