Incontro sulla Chiesa di Santa Maria della Pace di Capestrano, chiusa da 16 anni, tra il comitato che si è costituito ‘ad hoc’ e la Soprintendente alle Belle Arti e al Paesaggio: “Avanti a piccoli passi”
“Cordiale, franco e costruttivo”, così è stato definito da Alfonso D’Alfonso l’incontro che si è tenuto tra la Soprintendente all’Archeologia alle Belle Arti e al Paesaggio L’ Aquila Teramo architetto Cristina Collettini e il rappresentante del comitato popolare per la ricostruzione della chiesa di S. Maria della pace di Capestrano chiusa da 16 anni.
Si legge in una nota di Alfonso D’Alfonso presidente del Comitato:
“In tale veste Alfonso D’Alfonso ha rappresentato il senso di sgomento e impotenza dei cittadini per i sedici anni trascorsi , in apparenza, inutilmente con risorse e progetti fermi in attesa dell’avvio dei lavori, lavori più volti annunciati come imminenti ma mai partiti. Dal canto suo l’ architetto Cristina Collettini si è detta disponibile a ricostruire l’intera vicenda con il rappresentante del comitato tenuto conto che non si è mai negata all’ascolto dei territori e ne l’avrebbe fatto nei confronti della comunità di Capestrano, soprattutto per quanto attiene alle sue dirette competenze artistico monumentali. Il ritardo accumulato, ha precisato la Soprintentende , si deve essenzialmente alla diversa natura dei due finanziamenti stanziati inerenti il recupero: ovvero per il sisma duemilanove e per il sisma duemilasedici. Gli stessi fanno riferimento a normative di affidamento lavori diversi e con tempi di attuazioni anch’essi differenti.
La possibilità di rilascio dell’autorizzazione da parte della competente Soprintendenza è di fatto subordinata alla corrispondenza dei finanziamenti a due progetti complementari composti da lotti funzionali e coerenti. Con il finanziamento del sisma 2016, di competenza della Curia, andrebbero realizzati tutti gli interventi strutturali anche alla luce dei tempi brevi per l’affidamento dei lavori e, successivamente, con i fondi del sisma 2009, il Segretariato Generale Regionale o direttamente la Soprintendenza in sua sostituzione dovrà provvedere alle opere di restauro. Tale suddivisione di progetto richiede una approfondita fase di confronto sugli elaborati disponibili da parte delle strutture tecniche interessate e di concertazione per le eventuali modifiche da apportare.
L’Architetto Collettini si e’ detta disponibile in quanto rappresentante di un organo squisitamente tecnico a fungere da soggetto facilitatore per la composizione del tavolo titolato a definire ruoli, contenuti, risorse e tempi certi delle opere da realizzare. Il rappresentante del comitato popolare Alfonso D’Alfonso si è detto soddisfatto della fattiva disponibilità manifestata e comunque certo che a seguito dell’impulso della Soprintendente nessuno dei soggetti responsabili si sottrarrà al dovere di confrontarsi serenamente per addivenire a un accordo che porti a un iter procedurale chiaro e percorribile in tempi certi e soprattutto brevi.
Auspichiamo, conclude D’Alfonso, che prevalga il senso di responsabilità di ciascuno dei soggetti interessati per quanto di competenza, con il doveroso spirito di servizio nei confronti di una popolazione già pesantemente penalizzata e delusa dalle mancate risposte sin qui, di fatto, avute”.