Sequestrate 230 tonnellate di rifiuti tessili stoccati illecitamente a Vasto. La scoperta dopo i controlli sui cassonetti per la raccolta degli abiti usati
Un imponente stoccaggio illecito di rifiuti è stato scoperto dai carabinieri forestali di Villa S. Maria che hanno sequestrato 230 tonnellate di rifiuti tessili al termine di un’indagine partita da controllo sui cassonetti per la raccolta degli abiti usati.
Lo stoccaggio illecito di rifiuti è stato scoperto a Vasto a seguito dei controlli avviati sui contenitori degli abiti usati. L’attività investigativa, che ha svelato un sistema di gestione irregolare di indumenti usati raccolti in diversi comuni abruzzesi, è scattata dopo alcune verifiche sui flussi di raccolta.
Dai documenti acquisiti è emerso che una società, con sede legale nel Bolognese e operativa nel basso chietino, gestiva per conto di vari enti locali la raccolta degli abiti dismessi senza alcuna autorizzazione per lo stoccaggio dei rifiuti tessili. Le verifiche, condotte con il supporto del Nipaaf di Chieti e del carabinieri forestale di Vasto, hanno portato i militari a effettuare un sopralluogo nello stabilimento operativo dell’azienda. In un capannone sono stati trovati macchinari per la lavorazione dei metalli, tra cui postazioni di saldatura, impianti di verniciatura e un taglio laser, tutti privi delle necessarie autorizzazioni alle emissioni in atmosfera, in violazione del decreto legislativo 152/2006, macchinari sottoposti a sequestro preventivo per impedire il proseguimento delle attività.
In un secondo capannone, i militari hanno trovato montagne di indumenti usati accatastati in sacchi e big bags, stipati su circa 300 metri quadrati di superficie per un volume di oltre 1.100 metri cubi. Nel piazzale esterno, inoltre, erano parcheggiati circa 15 cassoni di autocarri e rimorchi, colmi di abiti usati, per un peso complessivo stimato di 55 tonnellate. Secondo le stime dei tecnici, nel complesso l’azienda avrebbe stoccato oltre 230 tonnellate di rifiuti tessili senza alcuna autorizzazione ambientale. L’intera area è stata sottoposta a sequestro probatorio, per preservare le prove e impedire manomissioni.
Gli accertamenti hanno escluso danni o pericoli immediati per
l’ambiente. I Carabinieri Forestali hanno impartito precise prescrizioni alla società per la rimozione dei materiali, la messa in sicurezza dei luoghi e il conferimento dei rifiuti
presso un impianto autorizzato. Inoltre sono state elevate sanzioni amministrative per un totale di 10.000 euro, mentre la ditta è stata ammessa alla procedura di estinzione del reato.
