A rischio 98 posti alla Baker Hughes di Villanova

A rischio 98 posti alla Baker Hughes di Villanova, azienda del settore petrolifero ad un passo da un pesante taglio a giudicare dall’alzata di scudi dei sindacati.

Oggi intera giornata di sciopero, in settimana un incontro in Regione, giovedì un tavolo presso la sede di Confindustria: per i 98, sui 178 totali, posti a rischio alla Baker Hughes di Villanova l’unica speranza alimentata dai sindacati di categoria è che la vertenza assuma i connotati regionali, e quindi politici. A far scendere sul piede di guerra i sindacati di categoria la decisione, repentina e immotivata, della multinazionale petrolifera di interrompere la cassa integrazione già pesantemente sofferta da 98 lavoratori. E’ di pochi giorni fa, intanto, un primo vertice ministeriale al termine del quale l’azienda si è limitata a comunicare la fine della cassa integrazione senza addurre plausibili spiegazioni di merito e di prospettiva. Un settore quello petrolifero che, dopo una crisi storica, sta pur timidamente dando concreti segnali di ripresa: segnali che, però, a quanto pare non si traducono in garanzie occupazionali. Il 3 maggio scorso, dopo oltre un anno di trattative, sfumava una ardita fusione da 28 miliardi di dollari tra la Hulliburton e la Baker Hughes con la prima che ha pagato la penale da 3,5 miliardi alla Hughes.

Baker Hughes, i cui natali risalgono al padre del magnate dell’aeronautica e di Hollywood Howard Hughes, ha fatto scattare anche nuove riorganizzazioni rimaste congelate in vista dell’acquisizione da parte della rivale: taglierà costi per un altro mezzo miliardo. Ulteriori risparmi e ripensamenti delle attività verranno prese in considerazione, comprese riduzioni de personale. Halliburton aveva già eliminato 6mila posti di lavoro nel primo trimestre. Halliburton e Baker Hughes, entrambe di Houston in Texas, sono specializzate nell’offrire servizi di esplorazione, trivellazione e fratturazione idraulica (il fracking) ai produttori di petrolio e gas naturale. Questo comparto ha risentito duramente del crollo delle quotazioni, che ha indotto a un drastico taglio dei costi e degli investimenti.

Il servizio del Tg8:

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Barbara Orsini: