Nuovo ospedale, Febbo: “La relazione che boccia project”

Il presidente della Commissione di Vigilanza alla Regione Abruzzo, Mauro Febbo, torna a occuparsi del nuovo ospedale di Chieti, rendendo nota, stavolta, una relazione del RUP che bloccherebbe il nuovo project financing.

“Il Progetto di finanza voluto e ideato da questo governo di centrosinistra è partito male ed è finito peggio, anzi malissimo portando solo perdita di tempo con un diniego, adesso, lampante da parte della stessa ASL. Sono ben cinque le pagine con cui il RUP (Responsabile Unico Procedura) ingegner Filippo Manci demolisce, boccia e blocca definitivamente il project financing per la “nuova costruzione, demolizioni e ristrutturazione dell’Ospedale Clinicizzato SS. Annunziata di Chieti ed alla gestione di alcuni servizi non sanitari e commerciali elaborata da ICM SpA e da A.B.P. Novicelli SpA”. Questa la notizia data stamani durante una conferenza stampa dal Presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo, l’Onorevole Fabrizio Di Stefano, Il Gruppo Consigliare al Comune di Chieti di Forza Italia e il Consigliere provinciale Emiliano Vitale.

Di seguito il comunicato di Forza Italia

“Questa relazione di sintesi a firma di Manci, datata 14.04.2017, – dice Febbo – contiene un compiuto e integrale esame della proposta sotto vari aspetti. L’atto è stato inviato ai vertici della ASL, ossia al direttore generale Pasquale Flacco, direttore amministrativo Sabrina Di Pietro, direttore sanitario Vincenzo Orsatti oltre al Presidente e Commisione nominata delibera 102 del 7.2.2017, appena 24 ore dalla famosa DGR n. 170 del 13.04.2017 che diffidava proprio i vertici destinatari della relazione stessa a “concludere la procedura di valutazione della proposta ai sensi dell.art.183, comma 5, D.Lgv n.50/2016 al 30 aprile p.v., riservando ulteriori determinazioni all’esito dello spirare del predetto termine”. Bene il RUP, con 16 giorni di anticipo, incurante della velata “minaccia” contenuta nel verbale del 13.3.2017 di “esaurire o superare”, in pratica EPURARE, ha confermato una dopo l’altra tutte le negatività del progetto per arrivare ad una lapidaria “valutazione non positiva della fattibilità della proposta in argomento”. Praticamente non solo demolisce tutti i passaggi amministrativi ma rivela la non percorribilità del progetto di finanza per il Policlinico di Chieti. Infatti il Rup nella sua missiva dettaglia tutti i punti già oggetto di valutazioni, segnalazioni e rilevazioni negative non solo dello scrivente ma anche del direttore amministrativo, direttore ufficio legale della stessa ASL, della Regione ma anche dei tecnico e avvocato di fiducia (Leombroni e Mastrangelo) dello stesso Presidente D’Alfonso. Innanzitutto Manci puntualizza come il termine dei 90 giorni entro cui concludere la data del termine per la valutazione della proposta del progetto non sono scaduti poiché non decorrono dal 19 ottobre 2016 ma, invece, dal 15 febbraio 2017: giorno in cui sia la ASL sia l’avvocatura regionale ritengono essere determinata a seguito di completezza della documentazione obbligatoria. Quindi il termine andrà a scadere il 15 maggio 2017 e pertanto la regione non può dedurre assolutamente che i tempi sono terminati e consumati. Poi si passa ad esaminare la “distonia delle modalità di computo delle variazioni ISTAT, e circa l’applicazione dell’istituto della variante rispetto alla normativa in materia di Appalti (…) che innerva profondamente (ed impropriamente) l’istituto della Concessione con quello della Fornitura di beni e servizi”. Cioè si ritorna al primo parere rilasciato dallo studio legale incaricato dalla ASL, e parliamo ormai di oltre 16 mesi fa, che sottolineava la non legittimità della proposta con le nuove norme sugli appalti e nella fattispecie del project tra concessione e fornitori di beni e servizi, per capirci le 12 esternalizzazione che ho sempre contestato. Ma poi entra in quello che è l’elemento che a detta di tutti i tecnici ed esperti è il vero elemento che manca nella proposta: “il mancato ribaltamento del rischio sul Proponente”. “Infatti si rileva che l’attuale stato della programmazione sanitaria regionale, non ancora esattamente e puntualmente definito sia nei rapporti tra i PPOO di Chieti e Pescara che tra quello di Chieti ed Ortona, rende certo o, quantomeno, altamente probabile (e non ipotetico) il determinarsi del ricorso alla variante stessa, con conseguente ed inevitabile novazione della Convenzione dopo la sottoscrizione dell’esito di gara”. Ma i Consiglieri Comunali del PD di Chieti sono consapevoli ed edotti di cosa stiamo parlando? Il RUP continua nella elencazione delle negatività con quella che “la nota ICM 20.3.2017 non vaglia affatto la mancata assunzione del rischio operativo in capo al proponente: di fatti, ICM non esamina ne giustifica il rilevante maggior importo tra i prezzi ( e talora anche i costi) indicati dal Proponente per i singoli servizi …. e quelli aziendali , sia dell’ANAC”. Quindi andiamo a gara con prezzi fuori da qualsiasi valutazione reale e di mercato. Ma al di là di questo elemento sicuramente non trascurabile il RUP si sofferma su altro elemento che esclude il “rischio d’impresa: “la coobbligazione della ASL e della Regione Abruzzo al pagamento dei canoni, con necessità di iscrizione nei bilanci di entrambi gli Enti di tale somme (…) determina una peculiarità, rinvenibile in altri casi di Finanza di progetto scrutinati sul territorio nazionale, che azzera ogni rischio per la parte privata” . Quindi manca “rispondenza all’interesse pubblico” che invece il Presidente D’Alfonso vorrebbe fosse dichiarato e magari avocarlo a se, compiendo l’ennesima illegalità . Continuo a chiedere ai Consiglieri Comunali del PD di Chieti sono consapevoli di cosa stiamo parlando? E poi sempre sulle esternalizzazione il RUP si addentra in un approfondito esame della proposta che contrasta sia con le norme dei Contratti Pubblici e delle Concessioni e si pone in una ingiustificata ed illegittima posizione di predominio del privato nella rideterminazioni quinquennale della revisione prezzi. Cioè la Convenzione proposta è ad esclusivo vantaggio del privato sia dal punto di vista economico finanziario che giuridico. Come se non bastasse per demolire la proposta sempre “il pubblico ufficiale” che il Presidente vorrebbe esautorare ( o meglio epurare) porta elementi di novità, almeno rispetto a quelli fino ad oggi poco dibattuti e cioè la famosa perizia del CTU del 2012 che evidenziava la realizzazione di alcuni manufatti con cemento impoverito e conseguente rischi sismico, peraltro dovuti alla riclassificazione della Città di Chieti tra quelle ad elevata vulnerabilità, quello statico e la mancata applicazione delle norme antincendio. Infatti viene ad evidenziare come “appare utile segnalare che la Proposta pervenuta potrebbe risultare non più adeguata alle attuali esigenze aziendali, mutate nel corso dell’ultimo biennio: in particolare, si fa riferimento all’intercorso adeguamento statico ed antincendio del PPOO SS Annunziata, per il quale, alla data odierna , permangono solo i profili di rischio sismico, peraltro comuni a qualsiasi struttura ospedaliera, residenziale, abitativa e finanche commerciale costruite nella città di Chieti prima del 2009. Infatti, il Progetto di Finanza, esaminato prevedeva, tra gli altri ….. di superare sia la difformità della normativa antincendio, che il rischio sismico che il rischio statico ………. che ora presenta i soli profili di rischio sismico nei termini sopra citati (cioè per tutti gli edifici pubblici e privati costruiti ante 2009); inoltre i tempi di realizzazione della nuova struttura ( stimati in anni 5 dall’aggiudicazione della procedura ad evidenza pubblica) determinerebbero il permanere per tutto il periodo appena indicato del rischio sismico stesso” Quindi di che parliamo? Se peraltro il tutto può tranquillamente essere superato “con l’utilizzo della parte del PO SS Annunziata di recentissima costruzione (Cotpo M) che risulta adeguata alla vigente normativa sismica e statica”. La relazione chiude e non poteva essere altrimenti con “una valutazione non positiva della fattibilità della proposta in argomento”. Noi abbiamo anche altre criticità da evidenziare e lo abbiamo fatto in questi circa tre anni di opposizione ad un proposta che, continuiamo a sostenere con forza, si vuol tenere in piedi solo per cogliere altri obiettivi. I bilanci della ASL La-Va-Ch e della Regione Abruzzo non sono in grado di sostenere economicamente questa ipotesi così come sono irrealistici i tempi di realizzazione, indicati in 5 anni dalla aggiudicazione della procedura ad evidenza pubblica, servirebbero almeno 7 se non di più. Ecco perché si vuol arrivare a chiudere per “esigenze sismiche” e trasferire alcuni reparti che farebbero perdere al nostro Clinicizzato i requisiti per la elevazione a DEA di secondo livello e conseguentemente, come denunciato dal prof. Mastropasqua e dai 300 professori, trasferire a Pescara anche la facoltà di Medicina e chissà cos’altro, sempre secondo la logica dalfonsiana. Quanto alle domande dei consiglieri comunali del PD di Chieti credo che le risposte siano nella relazione del RUP datata 14 aprile che stranamente, ma non tanto, i vertici ASL e regionali non gli hanno consegnato e soprattutto arrivano tardi e disinformati su questa problematica, come del resto su tutte le altre. Da parte nostra abbiamo già da trenta mesi formulata la nostra proposta, ossia quella d’intervenire con la nuova ingegneria antisismica su i due manufatti realizzati con cemento impoverito, il costo è sicuramente sostenibile dal bilancio ASL (tra gli 8 e i 10 milioni di €). Quando alle altre accuse sono solo chiacchiere e sterili polemiche che non vale neanche la pena di prendere in considerazione. I fatti sono contenuti in questa pesante e lapidaria missiva del Rup dell’ Ingegner Manci ed invitiamo i consiglieri del Pd a leggerla attentamente”.

LA REPLICA DELLA REGIONE AFFIDATA AL CONSIGLIERE DI MAGGIORANZA BALDUCCI

Mauro Febbo continua a entrare a gamba tesa su una vicenda delicata come quella del nuovo ospedale di Chieti. Incurante del fatto che vi sia un’istruttoria in corso da parte della Asl teatina, egli raccatta documenti da agitare in maniera strumentale davanti a telecamere e taccuini. Si metta l’anima in pace: non sarà lui a scrivere la parola definitiva su questa complessa vicenda. C’è un atto tecnico da completare e soprattutto c’è una Giunta regionale che ha ben chiaro l’obiettivo: dare rapidamente alla città di Chieti e al suo comprensorio un nuovo presidio ospedaliero, poiché quello attuale è a rischio sismico. Se la proposta della ICM non sarà percorribile, verranno valutate le alternative. L’ostilità al progetto da parte di Febbo – che nei 66 mesi della Giunta Chiodi non è riuscito neanche a concepire l’idea di un nuovo nosocomio per Chieti – è comprensibile dal suo punto di vista, lo è molto meno la volontà di giocare allo sfascio pur di non vedere realizzata da altre maggioranze un’opera pubblica fondamentale per la collettività.

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