L’Aquila, il turismo del restauro

L’Aquila, il turismo del restauro. Un turismo del restauro che sveli all’Italia e al mondo le modalità della ricostruzione dell’Aquila e dei borghi del cratere sismico e nello stesso tempo faccia conoscere le bellezze del territorio colpito dal sisma otto anni fa.

Un territorio ricco di natura, buon cibo, di artigianato, in cui si fa rcerca scientifica e tecnologica, vitale e accogliente nonostante il complesso procesos di rinascita post-sisma. Se ne è parlato oggi nella giornata conclusiva della seconda edizione di “Officina L’Aquila- incontri internazionali”, la manifestazione promossa e organizzata dal sistema Ance abruzzese e Carsa srl, che vuole contribuire alla buona pratica della ricostruzione aquilana attivando un dibattito con esperti italiani in tema di edilizia, restauro, riqualificazione urbana, adeguamento energetico, sicurezza sismica, comunicazione nell’emergenza e turismo. Serve uno sforzo collettivo per non perdere nel mercato competitivo del turismo, secondo il vicepresidente e assessore al Turismo della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli.

Più di mille le richieste di accreditamento registrate sul sito della manifestazione, una dimostrazione d’interesse oltre ogni aspettativa; una domanda superiore all’offerta, alla quale si è dovuto porre un limite per motivi di sicurezza, limitando le visite a 750 presenze (con una media di 250 al giorno), di cui metà professionisti e metà studenti provenienti non soltanto dall’Università di Ingegneria dell’Aquila, ma anche da Architettura di Pescara, dall’Università La Sapienza di Roma e da Camerino. Un successo, quello di “Cantieri aperti“, reso possibile grazie al Cpt (Comitato paritetico territoriale) che ha messo a disposizione di “Officina L’Aquila” il personale tecnico di supporto alle visite formative guidate in alcuni tra i cantieripiù significativi del centro storico: Palazzo Notar Nanni (Consorzio Di Vincenzo&Strever), Palazzo dell’Arcivescovado (Consorzio Di Vincenzo&Strever), Palazzo Carli Porcinari (Mancini), Consorzio Carispaq (Cingoli), Palazzo Camponeschi (Conscoop, Crimisos e L’Internazionale) e Teatro Comunale (Conscoop L’Internazionale).

Le visite sono state accompagnate dai direttori dei lavori che hanno illustrato le caratteristiche tecniche e costruttive di restauro e di consolidamento dei palazzi, primo esempio di un centro storico quasi totalmente vincolato, recuperato con un indici di sicurezza sismica intorno al 70%.

Un esempio di borgo gravemente danneggiato dal terremoto è Fontecchio, splendido Comune della valle Subequana. La sindaca Sabrina Ciancone ha spiegato che l’amministrazione comunale dal 2011 ha avviato un percorso di democrazia deliberativa per ascoltare e coinvolgere i cittadini nell’elaborazione delle linee guida per l’estetica e lo sviluppo locale, un piano di ricostruzione partecipato, incontri, assemblee “per rendere gli abitanti consapevoli di quello che succedendo. Penso che si debba dare una funzione allo sforzo immane della ricostruzione – ha detto – la comunità deve essere coinvolta e stimolata, altrimenti se la comunità è finta e sparuta non possiamo proporre un turismo esperienziale”. L’amministrazione comunale di Fontecchio ha proposto un progetto di housing sociale particolare, “Casa e bottega”, arrivato alle fasi imminenti dell’avvio. “Abbiamo un patrimonio pubblico restaurato che rischia di rimanere vuoto – ha sottolineato Ciancone – ci è parso importante dare alla ricostruzione un valore sociale. Un intervento di social housing unito all’offerta di spazi artigianali e servizi legati alla produzione, facilitazioni della mobilità sostenibile e orti urbani”.

Fontecchio conta oggi 52 mega aggregati, di cui 9 sono stati conclusi, 18 quelli aperti, soltanto 3 quelli commissariati perché non sono riusciti a costituirsi.

Il presidente del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Tommaso Navarra, ha spiegato che “il nostro turismo montano non è più vocato a un tipo di turismo residenziale e impattante. Per non far fuggire i giovani, non dobbiamo realizzare costruzioni mirate soltanto al dato di spazio ricostruendo l’esistente, ma immaginare piuttosto diverse funzionalità: un parco avventura, un sentiero natura, percorsi dell’orso e del lupo. Soltanto in questo contesto, tra l’altro agevolato da una buona moderna tecnologia e supporto internet, potremo avere la possibilità di vivere il nostro territorio, anche grazie al telelavoro”.

Ha fatto riferimento all’opportunità offerta dall’ “Open day Abruzzo”, di cui Officina L’Aquila è uno degli oltre 100 eventi, il presidente della Dmc Gran Sasso, L’Aquila e Terre Vestine, Alfonso D’Alfonso. “Officina L’Aquila è uno degli eventi di ‘Open day summer’ e dimostra non si può rimandare la messa a sistema il rilancio del turismo. C’è bisogno di turismo come sviluppo e fonte di reddito. Di qui la proposta concreta di un turismo del restauro: abbiamo organizzato dieci pacchetti turistici integrati di tre giorni che consentiranno di fare esperienza diretta della ricostruzione con una giornata di visita nei cantieri, e di vivere il territorio nei restanti due giorni. A dimostrazione che L’Aquila e i Comuni del suo cratere sismico sono vivi e vivibili”.

A fare il bilancio della manifestazione, il coordinatore di “Officina L’Aquila”, Roberto Di Vincenzo: “Officina L’Aquila sta diventando il momento di riflessione sulla ricostruzione, al di là della quotidianità e dell’emergenza, un modo per fare il punto, in maniera ottimistica ma realistica, perchè i problemi ci sono. La complessità della ricostruzione si affianca a quella di dare nuove prospettive a questo territorio, su diversi fronti: ad esempio quello del restauro, che prosegue con eccellenza e che può diventare un pezzo della nuova economia. Per rilanciare l’attrattività del territorio occorre, poi, farlo conoscere. In questo senso, si sta discutendo del fascicolo del fabbricato dell’ospitalità, grazie al quale le strutture dell’accoglienza potranno certificare il loro livello di sicurezza”.

Fontecchio, splendido borgo della Valle subequana, è un esempio concreto di volontà di rinascita dopo il terremoto, e di lotta contro lo spopolamento. Ad esempio con il progetto dell’Housing sociale.

IL SERVIZIO DEL TG8:

 

Marianna Gianforte: