Teramo, il bar dell’ospedale è ancora aperto

Oggi, 2 gennaio 2020, negli uffici della Procura, la Asl di Teramo ha presentato un’integrazione all’esposto depositato a dicembre contro la mancata chiusura del bar dell’ospedale Mazzini.

L’ultimo gestore, secondo l’esposto, non avrebbe ottemperato all’intimazione di concludere l’esercizio, nonostante la proroga del contratto scadesse il 31 dicembre. Quella della mancata chiusura del locale pubblico all’interno dell’ospedale Mazzini è una vecchia querelle, il contenzioso ha uno storico molto consistente. I vertici della Asl l’hanno definita “Una situazione molto antipatica”. Il direttore generale Di Giosia ha già annunciato “che agirà in tutte le sedi legali”.

Nel pomeriggio è stato diffusa una nota dell’Azienda USl di Teramo:

“L’Azienda USL di Teramo, nel pieno convincimento della fondatezza delle proprie ragioni ed avendo interessato sulla vicenda Bar Ospedale l’Autorità Giudiziaria, attende fiduciosa le determinazioni della stessa non ritenendo di fornire, da ora in avanti, replica alcuna ai comunicati stampa della Ditta Basilisco srl”.

La Basilisco srl, aveva precisato a sua volta quanto segue:

Precisiamo che le sentenze del Giudice Amministrativo non statuiscono esplicitamente l’aggiudicazione al secondo classificato, inficiando piuttosto l’aggiudicazione in favore della scrivente Società per un evidente errore nella impostazione degli atti di gara ad opera della Ausl concedente. Ma sulla corretta interpretazione dovrà essere lo stesso Giudice Amministrativo a pronunciarsi, essendoci un tempo per legge – ancora ampiamente aperto e che la stessa Azienda Sanitaria conosce bene per averlo scritto – entro cui la legge VIETA CATEGORICAMENTE alla Pubblica Amministrazione di stipulare il contratto con il nuovo gestore e quindi procedere al passaggio delle consegne, proprio in ragione delle eventuali impugnative, da risolversi almeno in sede cautelare. 
Quindi, nessuna “occupazione abusiva” dei locali AUSL.
Quanto ai canoni, note alla ASL le ragioni di sospensione cautelativa, per le quali abbiamo richiesto da tempo, ma anche qui invano, di essere convocati per provvedere l’esatto dovuto, in contraddittorio. 
Nonostante le pesanti e non veritiere accuse di “intimidazione”, che respingiamo fermamente al mittente, restiamo ad ogni modo a disposizione, come sempre, per una convocazione di chiarimento  su tutto, assistiti dai rispettivi Legali, anche in diretta streaming, ove questa fosse oramai rimasta l’unica metodologia reputata consona dal Direttore Generale pro tempore.”