Teatro Marrucino Chieti: Aurelio Bigi racconta 10 anni di storia

Sarà presentato il 21 dicembre a Chieti il volume che lo scrittore e storico Aurelio Bigi ha dedicato al Teatro Marrucino. Il racconto di 10 anni in cui è stato presidente della Deputazione teatrale

Riccardo Muti, Gianluigi Gelmetti, Josè Carreras, Rejna Kabajwanska, Cecilia Gasdia, Vittorio Grigolo, Renato Bruson, Amij Stuard, Katia Ricciarelli, Monica Bacelli, Mischa Mainsky, Uto Ughi, Salvatore Accardo, Luis Bakalow, Lazar e Pawel Berman e tanti altri nomi di livello internazionale hanno calcato il palcoscenico del teatro Marrucino di Chieti negli anni in cui Aurelio Bigi era presidente della Deputazione teatrale.

Lo scrittore e storico abruzzese in un volume di oltre 400 pagine formato A4, che sarà presentato il 21 dicembre a Chieti, riassume la storia del prestigioso teatro dal 1996 al 2006.

La presentazione avrà inizio alle ore 17,30 e insieme ad Aurelio Bigi ci saranno il sindaco Diego Ferrara, il vicesindaco Paolo De Cesare e il presidente della Deputazione Teatrale Giustino Angeloni, i musicisti Fabio D’Orazio, Giuliano Mazzoccante, Giuseppe Pezzulo, Irene Tella e l’attrice Giuliana Antenucci.

Nel 1993 il commendatore Mario Zuccarini pubblicò un libro sulla storia del Teatro Marrucino ripercorrendone le tappe sino al 1992. Aurelio Bigi ha proseguito il lavori arrivando al 2006 e conservandone la stessa impaginazione.

L’iniziativa editoriale è stata realizzata con il patrocinio del Comune di Chieti e del Teatro Marrucino e grazie al contributo di sponsor privati: Scarimec, Lux, La Panoramica Partinsieme, Electra System, Kursaal Distillerie, Adriatico Golf Club.

Bigi spiega di aver voluto «immortalare un periodo particolare del Marrucino ricco di riconoscimenti, passando da teatro ospitante a teatro di produzione, con gli ambìti riconoscimenti di Teatro Lirico d’Abruzzo (nel 2000, dalla Regione Abruzzo) e di Teatro di Tradizione (nel 2003 dal Ministero). Anni in cui il Marrucino si dotò di una Orchestra e di un Coro, di una Compagnia di prosa, di laboratori orchestrali e corali, di danza contemporanea e di danza storica, di scenotecnica e di costumi, oltre a tre scuole di recitazione per ragazzi, per giovani e per adulti diretti da Sabatino Ciocca e che ha visto come insegnanti Giuliana Antenucci, Alba Bucciarelli e Manuela Paone e ad una scuola di alto perfezionamento di canto lirico con Alexandra Lazic.

Il tutto passando per alcune iniziative che hanno lasciato il segno, quali la creazione della “Settimana Mozartiana” e del Premio “Anton Giulio Majano”. Un teatro che ha prodotto tanto. Con il suo direttore artistico per la concertistica e lirica Sergio Rendine , è andato per diverse volte in mondovisione con la sua produzione concertistica: “Missa de beatificatione di Padre Pio”, “Passio et Resurrectio”, “Concerto di Natale” del 2003 da Gerusalemme e Betlemme.

Con la direzione artistica di Natalia Di Iorio ha avuto cartelloni di prosa classico, contemporaneo e di comico d’autore in esclusiva per l’Abruzzo di altissimo livello. Come non ricordare l’”Amletas” con la regia di Eimuntas Necrosius in lingua lituana con sottotitoli. Uno spettacolo che in Italia, quell’anno fu rappresentato solo a Genova, capitale della cultura, e a Chieti.

Come non ricordare “l’Arlecchino servitore di due padroni” con la regia storica di Giorgio Strehler con Ferruccio Soleri del Piccolo di Milano. Un gruppo del “Piccolo” si intrattenne per 5 giorni per curare laboratori con studenti non solo a Chieti ma anche a Lanciano, Ortona e Vasto. E che dire di “Buchettino” del Raffaello Sanzio con il pubblico ospitato dentro dei veri lettini con coperte, l’ “Elettra” che sconvolse la platea sulla quale fu allestita una gradinata munita di cuffie che proiettavano lo spettatore nell’interno del palcoscenico.

L’ultimo evento dell’era commissariale ​fu il Laboratorio di ben 5 giorni tenuto dentro e fuori il teatro da Judith Molina e Hannon Reznikov del Living Theatre di New York. Un’iniziativa fortemente voluta da Natalia che se ne inventò una più del diavolo, incurante delle invidie e gelosie degli altri teatri abruzzesi. Nelle sue stagioni abbiamo avuto Toni Servillo, Ferruccio Soleri, Alessandro Gasman,Giuseppe Fiorello, Mario Scarpetta, Silvio Orlando, Rocco Papaleo, Luca De Filippo, Isa Danieli, Elio De Capitani, Pippo Patavina, Tuccio Musumeci, Mimmo Cuticchio con i suoi pupi, Umberto Orsini, Umberto Ceriani, Massimo Dapporto e tanti altri. Per le nuove scritture non mi dilungo, elenco solo alcuni protagonisti che calcarono il nostro palcoscenico: Fausto Paravidino, Pippo Delbono, Francesco Sframeli, Spiro Scimone, Licia Maglietta, Ascanio Celestini, Marco Paolini, Andrea Cosentino, Danio Manfredini, Moni Ovadia.

Per il comico d’autore ricordo invece Daniele Luttazzi, Paolo Rossi, Franco Neri, Gabriele Cirilli, Alessandro Bergonzoni, Lella Costa, Gene Gnocchi, Tullio Solenghi, Massimo Lopez, Maurizio Crozza, Antonio Cornacchione.

Anche la Danza, col suo direttore artistico Giorgio Mancini e con la responsabile della danza storica Maria Cristina Esposito raggiunse ottimi livelli.

E così dicasi per il teatro dialettale con la direzione artistica di Maria Laura Di Petta e per l’operetta che giunse ad avere ben 8 titoli l’anno. Nessun Teatro in Italia offriva un così variegato ventaglio di titoli di operette.

Per non dimenticare tante altre iniziative: i concerti aperitivo, i tè concerto, il progetto “Muse” a favore degli studenti, il centenario della Figlia di Iorio, il progetto “Chi è di scena al Marrucino” che portò migliaia di spettatori a Chieti da ogni parte d’Abruzzo, le navette che prevedevano per ogni spettacolo del Marrucino un pullman che partiva da Pescara nord e portava pubblico al nostro Teatro e li riconduceva, al termine dello spettacolo a casa.

Il libro ha anche tre allegati: nel primo vengono elencati gli spettacoli messi in scena nel Marrucino dal primo gennaio del 1993 al 6 giugno del 1996; nel secondo i nomi di tutti gli artisti che hanno calcato il nostro palcoscenico; nel terzo il nome dei registi degli spettacoli messi in scena.Nomi di alto profilo, a partire da Lindsay Kemp che curò magistralmente l’opera lirica La Traviata».