In merito al transito dei filobus sulla Strada parco a Pescara si registra un nuovo ricorso al TAR. A presentarlo il legale di Maurizio Serva, docente universitario residente con la sua famiglia in via Solferino al civico 117
Il cancello della sua abitazione si affaccia proprio lungo la strada parco e come unica protezione tra l’uscio di casa ed il transito dei filobus un marciapiede largo appena 70 cm.
“Abitiamo qui da una decina di anni con le nostre due bambine di 12 e 7 anni e l’ingresso in questione, che è l’unico della nostra casa, fu regolarmente autorizzato con tanto di numerazione civica attribuita ufficialmente”. Ha dichiarato al Tg8 il professor Serva.
“Tuttavia, il marciapiede di fronte all’ingresso – continua Serva – è di soli 70 centimetri, le nostre figlie hanno già rischiato di venire investite dall’autobus nei pochi giorni di esercizio dello stesso, quindi potrete capire perché siamo preoccupati e qual è il nostro problema.
Questo problema non è l’unico, pensate al fatto che è impossibile far uscire la famiglia tutta insieme se non con l’obbligo implicito di procedere in fila indiana senza poter tenere per mano le bambine e ancora, al fatto che è impossibile far passare le biciclette con le quali le bimbe vengono accompagnate a scuola e infine, nel caso di una nuova nascita o nel malaugurato caso che un membro della famiglia acquisisca una disabilità, al fatto che è impossibile accedere con una carrozzina.
Due anni fa abbiamo esplicitato questo problema all’amministrazione e alla TUA per mail: nessuna risposta. Dopo qualche mese abbiamo inviato una pec: nessuna risposta. Abbiamo quindi fatto scrivere dall’avvocato e la risposta è stata che secondo loro era tutto regolare, infine ci siamo visti costretti a ricorrere al TAR, cosa che francamente avremmo voluto evitare. Tutto questo non per contestare l’opera filoviaria sulla quale non ci esprimiamo, ma semplicemente perché si ponga rimedio al nostro problema.
La domanda che ci poniamo è la seguente: questi signori dell’amministrazione e della tua hanno figli? Nipoti? E cosa farebbero nella nostra situazione? Subirebbero in silenzio per rispetto dell’autorità o cercherebbero di proteggere i loro cari”? Conclude il professor Maurizio Serva.