Spese uffici giudiziari Chieti: Governo deve oltre 7 milioni al Comune

Il Governo dovrà restituire 7 milioni e 200mila euro spesi dal Comune di Chieti per il funzionamento degli Uffici Giudiziari.

Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso del Comune di Chieti contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero di Giustizia, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e il Ministero dell’Interno.

In particolare il Comune, nel ricorso, aveva impugnato il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 10 marzo del 2017 perché riteneva fosse stato adottato in violazione della Legge Finanziaria del 2016.

I 7,2 milioni di euro che il Governo dovrà restituire sono le spese sostenute dal Comune, dal 2010 al 2015, per gli Uffici Giudiziari e mai rimborsate.

Il sindaco Umberto Di Primio, il quale ha già dato mandato ai legali dell’ente di notificare la sentenza al Ministero e diffidarlo al pagamento, afferma che “‘Con il Dpcm 10 marzo 2017 il Governo Gentiloni ha tentato di ridurre del 50% il contributo dovuto dallo Stato ai Comuni a titolo di rimborso delle spese sostenute dagli Enti Locali per il funzionamento degli Uffici Giudiziari.

Oltre al danno, il Decreto conteneva anche la beffa per i Comuni ai quali il Governo avrebbe voluto restituire le somme, già ridotte, in trenta anni. Parliamo di soldi che i Comuni hanno sborsato per conto dello Stato per sostenere utenze e manutenzione dei Tribunali: riparazioni, custodia, luce, acqua, gas e telefono.

Se fosse passata la linea del Governo, malgrado la L. 392/41 preveda un contributo prossimo al 100% ed il D.P.R. n. 187/98 obblighi lo Stato a restituire, comunque, un importo non inferiore al 70%, sul bilancio del nostro Comune sarebbe mancata la restituzione di circa 3 milioni di euro.

Rilevo con particolare soddisfazione, in barba a quanti non credevano e hanno criticato l’azione promossa dal nostro Comune, che l’annullamento dell’art. 3, comma 4 del citato Dpcm, produrrà i ricordati effetti non per tutti i Comuni sede di Uffici Giudiziari, ma solo per coloro che, come noi, hanno impugnato il provvedimento e hanno vinto dinanzi al Tribunale Amministrativo.

Posso affermare con motivato ottimismo che le somme che lo Stato deve al Comune di Chieti, nonostante si stia parlando di una sentenza di primo grado, arriveranno nelle casse dell’Ente in quanto il Governo non si è costituito e, quindi, anche in caso di ricorso in Consiglio di Stato, il Giudice di gravame non potrà discostarsi dalle valutazioni di diritto già assunte dal Tar Lazio”.