Sequestro Gancia: parla Bruno D’Alfonso, il figlio del carabiniere ucciso

“Azzolini era già da allora ben noto agli inquirenti, sapevano della sua presenza in quel drammatico conflitto, ma fu prosciolto nel 1987”: lo ha detto Bruno D’Alfonso, figlio del carabiniere abruzzese rimasto ucciso durante sparatoria alla Cascina Spiotta, quasi 50 anni fa

Segue con estremo interesse lo sviluppo delle ultime indagini Bruno D’Alfonso, figlio di Giovanni D’Alfonso, che rimase ucciso nel conflitto insieme alla brigatista Mara Cagol. È stato D’Alfonso, nel novembre del 2021, a far riaprire le indagini dalla Procura di Torino per fare luce ed
individuare il brigatista che riuscì a scappare da quella cascina dove era stato nascosto il noto imprenditore Vittorio Vallarino Gancia, sequestrato a scopo di estorsione proprio dalle Brigate Rosse. In questa fase delle indagini ci sono anche altri indagati, tra i quali Renato Curcio.

Riguardo alla notizia dell’iscrizione sul registro degli indagati di Lauro Azzolini, ex capo della colonna milanese delle Brigate Rosse, l’uomo non appare sorpreso e afferma che «Questo passaggio fondamentale della Procura mira a revocare quella sentenza di proscioglimento, ciò non significa che è certamente lui l’assassino di mio padre, ma il fatto che sia stato posto sotto indagine è molto importante.Devo ringraziare i magistrati torinesi che hanno lavorato e stanno lavorando intensamente su quanto ho prospettato io nel novembre del 2021, grazie anche al libro inchiesta sulla vicenda, io sono fiducioso ma è solo un primo passo e ci sono altre persone che sanno esattamente come andarono le cose. Confido nella Procura e continuo la mia battaglia, lo devo per la memoria di mio padre».