Ieri mattina l’aggressione verbale all’autore della scritta mentre veniva intervistato dalla nostra Antonella Micolitti, anche lei minacciata di non mandare in onda il servizio. Oggi il sindaco Pietro Di Pietro interviene con una lettera che pubblichiamo integralmente
Il testo della lettera.
In merito agli episodi verificatisi ultimamente nel Comune di Moscufo, come primo cittadino e primo baluardo della sicurezza, prendo le distanze dall’aggressione verbale accaduta il 20 agosto che non rappresenta assolutamente il pensiero di questa Amministrazione e dei miei concittadini e concittadine. Le vicende degli ultimi giorni, che vedono protagonisti due o tre individui, hanno innescato, in un comune solidale, equilibrato e soprattutto democratico, un clima di tensione che non rappresenta Moscufo e i suoi cittadini.
Con questa premessa, ritengo altresì doveroso stigmatizzare nuovamente l’azione di scrivere sul muro di un edificio pubblico. Sono stato il primo a denunciare l’azione di scrivere sul muro, non per la frase che mi trova pienamente d’accordo, ma per il modo in cui è stata espressa e per l’improvviso livore con cui è stata imposta a un’intera comunità.
Azioni che probabilmente puntano più al clamore che al contenuto. Perché chi vive il nostro Comune, e lo conosce, sa bene che Moscufo è da sempre Antifascista, come lo è la nostra Repubblica, e che questa Amministrazione lo ribadisce ogni giorno con azioni e scelte che mettono al primo posto i cittadini e i loro diritti.
In questo contesto è doveroso ricordare che l’immagine di Mussolini presente sul muro, che ha ispirato la protesta, non può essere rimossa in quanto soggetta a vincoli imposti dalla Soprintendenza. Molti edifici storici in Italia riportano testimonianze del ventennio fascista: non è una peculiarità di Moscufo, ma una realtà che in tutti i Comuni italiani va affrontata con azioni normative consapevoli e nel rispetto delle leggi vigenti.
Superare tali limiti con azioni individuali e forzatamente pubblicizzate non solo è inefficace, ma rischia di alimentare un clima di eccessivo contrasto di cui si nutrono proprio le persone che con tali gesti si vorrebbero combattere. Segnare la differenza con i gruppi fascisti che imbrattano le sedi ANPI, o con i nostalgici che deturpano i muri con slogan razzisti, è un dovere che ognuno di noi dovrebbe sentire proprio.
Per questo motivo, non ho intenzione di alimentare azioni che rendano Moscufo un terreno di scontro e che si metta a rischio la sicurezza e la serenità dei cittadini. Siamo una comunità che trova le sue fondamenta nel rispetto e nella democrazia ed è compito di ognuno di noi preservare un clima di rispetto e dialogo, affinché nessuno si senta escluso, inacciato o delegittimato nella propria libertà di pensiero e nella propria dignità.
Il Comune di Moscufo è, e sarà sempre, ispirato ai valori della Repubblica democratica e antifascista, come sancito dalla Costituzione e come ribadito con orgoglio da questa Amministrazione. Da mesi siamo a lavoro con diverse associazioni per realizzare una targa in ricordo di due partigiani moscufesi, al fine di esprimere la nostra profonda riconoscenza verso quelli che si sono battuti per la nostra libertà 75 anni fa. Antifascismo non è solo una parola, ma un principio concreto che si manifesta ogni giorno attraverso scelte, comportamenti e atti coerenti. Invito pertanto tutti i cittadini a contribuire con senso di responsabilità e spirito costruttivo alla crescita della nostra comunità, nel rispetto dei valori che ci uniscono e ci rendono forti così come magistralmente espressi nella nostra Costituzione.
Leggi sotto il fatto accaduto ieri.
