Salario minimo legale: la Uil chiede strategie efficaci al Governo

A Pescara esperti a confronto sul salario minimo legale nel corso di un seminario organizzato dalla Uil Abruzzo. “Ci aspettiamo un confronto e strategie efficaci dal nuovo Governo e diciamo no al dumping sociale” hanno detto il segretario nazionale Bocchi e il regionale Lombardo.

Esperti, rappresentanti sindacali, lavoratori e cittadini si sono confrontati  a Pescara sul tema “Quale salario minimo legale?”, che è stato al centro del seminario promosso dalla Uil Abruzzo e che è stato ospitato dal museo delle Genti d’Abruzzo.

Dopo l’introduzione del segretario generale della Uil Abruzzo Michele Lombardo e i saluti del presidente dell’Associazione Giuslavoristi Italiani Abruzzo e Molise Lola Aristone hanno tenuto le loro relazioni il professore Paolo Pascucci, docente di Diritto del lavoro all’università di Urbino “Carlo Bo” e la segretaria nazionale della Uil Tiziana Bocchi.

Con il termine salario minimo legale si intende la paga minima che ogni lavoratore dovrebbe ricevere, all’ora, al giorno, al mese. Si tratta di una misura che il Governo punta ad introdurre per regolamentare le retribuzioni ed inserire in ogni contratto di lavoro delle fasce sotto le quali non scendere mai.

Il salario minimo legale spetterebbe ai lavoratori subordinati e a quelli parasubordinati le cui prestazioni si avvicinano in parte al lavoro subordinato e in parte a quello autonomo, come per esempio i lavoratori a progetto, i collaboratori continuativi e quelli occasionali. Ad averne diritto sarebbero anche i praticanti degli studi professionali.

Sembra una delle priorità del Governo Conte e presto potrebbe concretizzarsi anche in Italia mentre in altri Paesi europei è garantito da anni.

In linea con il reddito di cittadinanza il salario minimo legale vorrebbe eliminare lo sfruttamento negli ambienti di lavoro, imponendo una paga giusta e ridonando dignità al lavoratore. Si parla di SMO (Salario minimo orario) che dovrebbe aggirarsi intorno ai 9 euro all’ora e, in ogni caso, dovrebbe essere del 20-30%  superiore alla soglia di povertà stabilita dall’Istat.

Gigliola Edmondo: