Roccamontepiano: grande festa per Ferragosto e San Rocco

Si conclude oggi a Roccamontepiano la festa in onore di San Rocco che quest’anno, dopo le restrizioni dovute alla pandemia, ha richiamato nel paese della provincia di Chieti migliaia di persone

A Roccamontepiano la festa in onore di San Rocco è tornata al suo antico splendore e, dopo l’emergenza dovuta al Covid-19, migliaia di persone sono arrivate nel piccolo paese montano della provincia di Chieti per assistere e partecipare alle numerose iniziative organizzate dal Comune e dal Comitato Feste.

Questa mattina è stata celebrata la Santa Messa presieduta dall’arcivescovo della diocesi di Chieti-Vasto Bruno Forte che, prima della celebrazione, ha visitato il paese insieme al commissario per la Ricostruzione del Centro Italia Giovanni Legnini, già sindaco di Roccamontepiano, all’attuale primo cittadino Dario Marinelli e al suo precedessore Adamo Carulli.

Dal 12 al 16 agosto la festa e la fiera di San Rocco sono all’insegna della gastronomia, del tradizionale mercato, del divertimento al luna park, delle notti bianche di Ferragosto e dei riti sacri e del pellegrinaggio in onore del Santo protettore dei malati di peste, di Covid-19 e di tumore.

Sciolti i lacci alle limitazioni dettate dalla pandemia, quest’anno, per i solenni festeggiamenti della Madonna dell’Assunta e di San Rocco gli organizzatori hanno potuto riproporre il programma completo e nella versione ufficiale. Oltre alla rassegna musicale a richiamare i tantissimi visitatori sono stati la tipica fiera con la tradizionale sfilata delle conche devozionali e i luoghi sacri: il santuario, la fontana e la frotta di San Rocco. Senza dimenticare le brocche, realizzate in onore del Santo, in vendita sulle bancarelle. Da sempre questi capolavori di artigianato locale attirano l’attenzione anche di collezionisti. In molte famiglie abruzzesi e non solo vengono lasciate in eredità ai discendenti quale buon augurio affinchè il Santo li protegga dalle malattie.

Nel Parco delle Carpini, oggi 16 agosto, si svolge l’ultima delle tre notti bianche con musica ed intrattenimento dj fino a tarda notte: musica live in piazza Belvedere e lungo via Roma dove  l’area “food and beverage” e luna park per i più piccoli si estende per circa 800 metri. Alla buona musica si accompagna anche il buon cibo di strada e Comune e Comitato Feste garantiscono il servizio parcheggio, nell’ambito del piano safety e security. Sono i ragazzi volontari del Comitato, in collaborazione con i vari gruppi di protezione civile, ad occuparsi della sicurezza stradale e del regolare transito delle auto.

Dopo il successo riscosso dai concerti  della “Queen on Fire”, cover band dei Queen, il 12 agosto, di Marco Morandi, il 14 agosto, dalla festa del cocomero, e dall’esibizione de “Il porto sepolto” che ha proposto musica anni ’70, ’80 e ’90, la festa si conclude oggi con le solenni celebrazioni di San Rocco: sfilata delle conche tradizionali, esibizione della banda, fuochi d’artificio e musica in piazza.

Una festa che è stata occasione per ritrovare serenità e voglia di stare insieme accantonando, almeno per alcune ore, la paura dei contagi e con la speranza che la pandemia tra qualche tempo potrà essere soltanto un lontano ricordo.

Santuario di San Rocco 

Realizzata negli anni ‘50 del novecento, l’attuale chiesa sostituì la più antica sopravvissuta alla terribile frana del 1765, per accogliere i numerosi pellegrini e visitatori che qui vengono a chiedere grazia al santo pellegrino, in maniera particolare in estate in occasione dei solenni festeggiamenti. La chiesa originaria fu edificata alla metà del seicento, probabilmente in occasione della terribile epidemia di peste che si abbattè in tutto il Regno di Napoli nel 1654, portando morte anche nella zona di Chieti (dal verbale del giugno 1761 in occasione della visita pastorale di Mons. Nicolò Radulovich). Prove documentarie sull’esistenza di una statua di San Rocco in paese, risalgono al giubileo del 1575 (Gerolamo Nicolino, Historia della città di Chieti, 1657).

Gran parte dell’edificio attuale, seppur moderno, è stato realizzato con l’utilizzo della pietra di travertino locale “detta riccia”. La leggenda narra del passaggio di San Rocco (pellegrino francese conosciuto come il santo più invocato dal medioevo in poi come protettore dal terribile flagello della peste), che insieme ad altri viandanti fu ospite nel castello del paese, proprietà della famiglia degli Orsini poi passato ai Colonna di Roma. Il maniero era anche luogo di accoglienza per i pellegrini di passaggio per Roma e per la direttrice adriatica.

Grotta e fontana di San Rocco

La credenza popolare vuole che il santo pellegrino dimorò in una grotta del paese dove rese miracolosa la sorgente che sgorga al suo interno. Questo luogo suscita una devozione profondissima poiché racconta dell’eremitaggio e della sopravvivenza del santo grazie al pane portato da un cane del paese al giovane eremita.

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Gigliola Edmondo: