Rigopiano: nuova udienza a L’Aquila, è il giorno dell’ex prefetto Provolo

Riprende oggi a L’Aquila il processo davanti la Corte d’Appello per la tragedia di Rigopiano a Farindola, dove il 18 gennaio del 2017, 29 persone rimasero sotto le macerie dell’hotel distrutto da una valanga. Oggi è il giorno dell’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, assolto in primo grado insieme ad altre 24 persone

Nella nuova udienza di questa mattina saranno sentite le difese dell’ex Prefetto di Pescara Francesco Provolo, del dirigente regionale Paolo Primavera oltre che della funzionaria prefettizia Ida De Caesaris.

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 “Il Prefetto non può rispondere di cose che nessuno gli ha raccontato”. Così l’avvocato Giandomenico Caiazza, legale dell’allora prefetto di Pescara Francesco Provolo.

“Sappiamo chi era informato della turbina indisponibile – ha proseguito il legale -. Sappiamo con certezza che nessuna delle persone che erano in possesso di queste informazioni le ha trasmesse in Prefettura; sappiamo chi c’era in Prefettura fin dal 16 gennaio, c’erano un rappresentante della Provincia e uno della Polizia Stradale, ossia le due funzioni del Centro Coordinamento Soccorsi (Ccs) sulla viabilità che dovevano riferire al prefetto, ma evidentemente non l’hanno fatto”.

Più che ribadire i concetti già espressi nel processo di primo grado, Caiazza ha preso spunto dalle motivazioni della sentenza di assoluzione in primo grado per il Prefetto, glissando sulla provvisionale chiesta dal ministero di Grazia e Giustizia per quel che riguarda l’ipotesi di depistaggio:

“Vicenda anche questa – ha commentato – ben liquidata dal giudice nel processo di primo grado”.

 

Dopo l’udienza di oggi all’Aquila, sono altri quattro gli appuntamenti in aula di cui l’ultimo, quello del 9 febbraio, è dedicato solo alla sentenza, momento molto atteso dai familiari delle vittime dopo l’indignazione alla lettura della sentenza di primo grado del febbraio scorso, quando su 30 imputati, 25 vennero assolti.

La prossima udienza è programmata per venerdì 26 gennaio e sarà dedicata alla società Gran Sasso Resort (unico imputato coinvolto quale persona giuridica) e al geologo Luciano Sbaraglia.