Proposta Fa.Vi.Va. Pescara: “Scuole chiuse? utilizzate Rdc come baby sitter”

Se fattibile o no si vedrà, ma sicuramente originale la proposta lanciata dall’associazione “Famiglia Vita e Valori” di Pescara per l’utilizzo dei beneficiari di Reddito di Cittadinanza come baby sitter per i bambini che non vanno a scuola.

La notizia della chiusura delle scuole arrivata nel tardo pomeriggio di ieri ha creato notevoli problemi alle famiglie nella gestione dei propri figli. L’Associazione di promozione sociale di Pescara FA.VI.VA. (Famiglia, Vita e Valori) nata anche per salvaguardare e tutelare le famiglie in relazione a tutte le problematiche che le attanagliano, richiede a tutti i parlamentari abruzzesi, a prescindere dal colore politico, di farsi portavoce presso gli organi legislativo ed esecutivo, per far sì che già da oggi vengano concessi congedi straordinari retribuiti a tutti i lavoratori dipendenti con figli minori (uno per ogni nucleo allorquando entrambi siano dipendenti) ed a prevedere rimborsi per le spese sostenute dai lavoratori autonomi.

“Proponiamo altresì – si legge nella nota della presidente Carola Profeta – a livello regionale e comunale , di coinvolger i Navigator dei vari Centri per l’Impiego provinciali per poter mettere a disposizione dei genitori, delle figure professionali selezionate, che possano corrispondere alle loro esigenze di gestione familiare in questo momento di chiusura delle scuole, fruitori del Reddito di Cittadinanza, in considerazione del fatto che L’art. 4, comma 15, della legge sul reddito di cittadinanza (Decreto legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito con modificazioni dalla Legge 28 marzo 2019, n. 26) stabilisce che il beneficiario di tale provvidenza è tenuto ad offrire la propria disponibilità per la partecipazione a progetti a titolarità dei Comuni, utili alla collettività, in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni, presso il Comune di residenza, mettendo a disposizione un numero di ore compatibili con le altre attività dell’interessato e comunque non inferiori a 8 ore settimanali, aumentabili sino a 16 con il consenso di entrambe le parti. Considerato che i giorni da coprire sono 10 (al momento) potrebbero aumentare le ore settimanali. L’emergenza che sta coinvolgendo l’intera nazione non può essere affrontata solo con scelte impositive ma anche e soprattutto con aiuti concreti nel caso in specie nei confronti delle famiglie.”