Premio Borsellino, Ayala: «Anche la mafia non se la passa bene»

A Premio nazionale “Paolo Borsellino” all’Aquila, il giudice Giuseppe Ayala all’Aquila porta la sua testimonianza in occasione della giornata della memoria in ricordo delle vittime innocenti della mafia

Commentando l’arresto di Matteo Messina Denaro il giudice che è stato collega e amico di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone invita a non abbassare mai la guardia.

Giuseppe Ayala ha detto: «Ci sono famiglie che si spartiscono interessi ma la mafia in questo momento non se la passa bene».

La giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, ideata dall’associazione Libera di Don Ciotti, e’ stata celebrata oggi all’Aquila all’Auditorium del Parco nell’ambito del premio nazionale “Paolo Borsellino”.

Una giornata importante perché il Consiglio regionale riconosce con un progetto di legge il sostegno alle attività del Premio grazie all’impegno del presidente dell’assemblea Lorenzo Sospiri e del primo firmatario il capogruppo di Forza Italia Mauro Febbo. In apertura dei lavori è stato firmato un protocollo di intesa da tutti gli attori istituzionali. Tra le preziose testimonianze per gli studenti presenti c’è quella del giudice Giuseppe Ayala, componente del pool di Palermo che, per diversi anni nel dopo sisma, peraltro, ha operato all’Aquila quando il tribunale provvisorio si trovava a Bazzano. Ayala nel capoluogo abruzzese ha ritrovato molti amici del periodo trascorso in città quando arrivava in tribunale in sella alla sua moto.

Ayala ha evidenziato che: «La cupola mafiosa non esiste più ma anche se il suo capo e’ in carcere esistono le famiglie e gli accordi per spartirsi il territorio, gli interessi e gli appetiti. Quindi la mafia non è sconfitta, anche se oggi non sta tanto bene.

Non bisogna pensare poi che questi fenomeni siano soltanto del Meridione perché sappiamo di tante Amministrazioni comunali, in ogni parte d’Italia, che vengono sciolte per mafia. Anche l’Abruzzo può essere di interesse per appetiti malavitosi».