Pedopornografia: individuata rete di pedofili, perquisizioni anche a Chieti

Pedopornografia: individuata dalla Polizia Postale una presunta rete di pedofili italiani, perquisizioni anche a Chieti.

Individuata dalla Polizia Postale una presunta rete di pedofili italiani che su una nota piattaforma di messaggistica scambiava materiale pedopornografico. Le immagini venivano realizzate anche da adolescenti e poi vendute on line. Oltre 100 investigatori del Centro Nazionale di protezione dei minori del Servizio Polizia Postale di Roma e della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Bari e Foggia, hanno eseguito perquisizioni personali, informatiche e sequestri in 12 regioni e 17 province volte al contrasto della pedopornografia online, con il coordinamento delle Procure della Repubblica presso il Tribunale ordinario e per i Minorenni di Bari.

Nelle chat della rete di pedofili italiani scoperta dagli agenti della Polizia postale di Bari e Foggia, c’era un vero e proprio listino prezzi delle prestazioni sessuali richieste. Tra gli annunci: “Videochiamata 45 minuti e omaggio 10 foto, 1 video e 3 dediche” al costo di 40 euro; “Videochiamata 1 ora e mezza (se si vuole anche in vari orari) costo 50 euro”; “Sexchat 45 minuti in cui faccio da schiava, costo 30 euro”; “10 foto dei piedini.

Gli indagati sono complessivamente 22, tra i quali due minorenni di 15 e 17 anni. Tutti sono accusati del reato di divulgazione di materiale pedopornografico. Gli agenti hanno eseguito 21 perquisizioni in 12 regioni, nelle province di Bari, Foggia, Roma, Monza Brianza, Varese, Cremona, Siena, Agrigento, Palermo, Bologna, Fermo, Ascoli Piceno, Treviso, Chieti, Savona, Imperia e Torino.

L’indagine, nata da una segnalazione di due genitori insospettiti dall’intenso utilizzo di alcuni social network della figlia adolescente, ha portato alla scoperta di un vero e proprio sistema di vendita online di immagini e video pedopornografici e pornografici autoprodotti da adolescenti e maggiorenni ed inviati in cambio di pagamenti su conti online. Gli accordi avvenivano attraverso chat private sulla scorta di un “listino prezzi” pubblicato online che prevedeva oltre che l’invio di immagini e video già prodotti, anche sex chat e video chat dal vivo.