Parco Nazionale Majella: sospese catture ordinarie, solo emergenze

Parco Nazionale Majella: sospese catture ordinarie, rischio covid solo emergenze.

L’emergenza sanitaria stravolge i programmi di monitoraggio della fauna selvatica ed ecco che nel Parco Nazionale della Majella, dove era prevista la cattura dell’orsa confidente Peppina per dotarla di radiocollare, l’attività rischia di saltare perché è difficile rispettare il distanziamento.

“Nella cattura dell’orso sono coinvolti diversi ruoli – spiega il veterinario del Parco, Simone Angelucci – in un gruppo che comprende da 6 a 10 persone. C’è elevata probabilità di contatto diretto fra gli operatori, riteniamo che ciò sia da evitare”.

Sospese dunque le catture ordinarie, ma non il monitoraggio dell’orsa Peppina le cui incursioni nei pollai stanno creando problemi.

“Anche le catture di lupi e di cervi per la sorveglianza epidemiologica sono ora limitate alla fase di studio – prosegue Angelucci – Ci occupiamo solo di emergenze, come recupero di animali feriti o vittime di incidenti stradali”.

Ma anche l’eventuale cattura di Peppina, per limitare i danni alle piccole aziende zootecniche, potrebbe essere un’emergenza. Se Peppina non potrà essere dotata di radiocollare

“seguiremo il metodo tradizionale per monitorarla – spiega il veterinario del Parco – Di notte ci alterniamo con i Carabinieri Forestali con pattugliamenti nelle zone che frequenta; in particolare a Palena si è palesata anche la notte scorsa. Dobbiamo tranquillizzare gli abitanti. Continuiamo a mettere recinzioni elettrificate, ma sono tanti i pollai, impossibile proteggerli tutti. Peppina è l’unica orsa, nell’attuale popolazione del Parco della Majella, che si spinge troppo nelle realtà antropizzate. Predare galline è un comportamento individuale, non una caratteristica della specie. I suoi tre cuccioli, ora grandi, non hanno mai mostrato atteggiamento confidente”.

L’orsa Peppina è senza radiocollare dal 2017, quando le fu tolto perché le aveva causato una dermatite. Prima di allora era stata catturata nel 2015 nel Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (Pnalm), nel 2016 nella Riserva Monte Genzana-Alto Gizio, area cerniera tra Parco della Majella e Pnalm: allora il radiocollare fu sostituito perché scarico. Per circa 9-10 mesi l’anno ‘F 1.99’, familiarmente chiamata orsa Peppina,

“ha un comportamento normale, la sua attività da orsa ‘problematica’ si ha solo nel periodo dell’iperfagia, da metà agosto a fine ottobre – spiega Antonio Antonucci biologo del Parco che segue l’animale nell’ambito del Wildlife Research Center istituito dall’ente – Quest’anno ha cominciato più tardi e sta andando oltre nella stagione, comportamento mai osservato finora”.

La sua ‘attività’ si è concentrata su Ateleta (L’Aquila) e Palena (Chieti): vicino ai centri abitati ci sono zone ricche di alberi da frutta che l’orsa

“consuma in gran quantità, anche quando si nutre di animali da cortile, in particolare galline e conigli. Ha un ‘home range’ molto ampio, oltre 200 km quadrati – prosegue il biologo Antonucci – molto superiore a quello noto per altre femmine, può percorrere fino a 50 km in una sola notte”.

Peppina ha fatto visita anche ad altri comuni del Parco: Campo di Giove, Cansano, Sulmona, Pacentro, Pettorano sul Gizio e Rocca Pia. In passato si è spinta fino in Molise.

“I collari Gps ci hanno permesso di ottenere informazioni molto importanti – aggiunge Antonucci – come la localizzazione delle aree di tana presenti nel Parco e anche di rilevare situazioni in cui l’attività umana ha arrecato disturbo in queste aree e periodi estremamente delicati del ciclo biologico degli orsi”.