Esperti a confronto a Montesilvano in occasione della quattordicesima conferenza internazionale “Euro, mercati, democrazia 2025” organizzata dall’associazione italiana per lo studio delle asimmetrie economiche
Come le asimmetrie della costruzione europea si riflettono negli scenari attuali e nel prossimo prevedibile futuro, attraverso ambiti come digitalizzazione, riarmo, politiche green, squilibri macroeconomici globali ma anche quale impatto ha il digitale nel mondo della scuola e quale l’impatto del capitalismo delle piattaforme sugli scenari geopolitici, quale ruolo ha l’informazione negli attuali contesti bellici. Questi e altri temi sono stati affrontati a Montesilvano, per due giorni, lo scorso fine settimana, dagli esperti intervenuti alla conferenza internazionale che è stata occasione anche per una riflessione sulla relazione tra sapere scientifico e responsabilità politica in un’epoca di rapido mutamento dei paradigmi di riferimento.
“Quod erat demonstrandum” è stato il titolo della conferenza che ha visto tra i relatori Juan Carlos De Martin, Professore ordinario di Ingegneria Informatica del Politecnico di Torino, Cristina Simone, Professore Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese dell’Università La Sapienza di Roma, Agostino Scornajenchi, Amministratore Delegato di Snam, Marco Zanni, Direttore esecutivo della Banca Europea della Ricostruzione e Sviluppo, la giurista e saggista Elisabetta Frezza, i giornalisti Marcello Foa e Andrea Pancani, gli economisti e politici Claudio Borghi e Alberto Bagnai, il quale è anche Presidente del Comitato scientifico dell’Associazione a/simmetrie. Leggi anche: Montesilvano: via alla conferenza internazionale “Euro, mercati, democrazia”
Il presidente Bagnai ha spiegato che «Le simmetrie della costruzione europea sono plurime: ci sono le asimmetrie dimensionali fra i grandi e i piccoli paesi e l’Italia dimensionalmente è il terzo paese dell’Eurozona. Quindi dovrebbe imparare a far sentire la sua voce. Poi ci sono delle asimmetrie più sottili di carattere economico che determinano alcuni modelli di sviluppo di cui adesso cominciamo a vedere i limiti. Il quattordicesimo convegno annuale dell’Associazione a/simmetria si intitola “Quod erat demonstrandum” proprio per evidenziare una serie di fallimenti a cui stiamo assistendo: quello del modello di sviluppo tedesco, tutto sbilanciato sulle esportazioni, o il fallimento del modello di sviluppo francese, tutto sbilanciato sulle importazioni. Erano ampiamente prevedibili e in effetti qualcuno lo aveva previsto. In questo momento non è più possibile nascondere che la costruzione europea non è messa a rischio dall’Italia che anzi è un paese tutto sommato equilibrato, sotto il profilo del modello di sviluppo economico, ma dai due grandi che sono quelli che finora ci hanno fatto la lezione e che ora stanno pagando il conto della loro arroganza».