La Grande Pescara: D’Alfonso crede nella fusione

La Grande Pescara: il presidente della Regione Luciano D’Alfonso crede nella fusione ed annuncia entro la fine del mese il voto in Consiglio Regionale.

Messaggio forte e chiaro ai tre sindaci di Pescara, Montesilvano e Spoltore (Alessandrini presente, a differenza dei suoi due colleghi Maragno e Di Lorito); ma anche qualche ulteriore indicazione da aggiungere al generale dibattito che si é aperto in Abruzzo da quando, nel 2014, 110 mila cittadini hanno detto si alla nascita di un grande agglomerato urbano che contenesse al suo interno i due comuni più prossimi al capoluogo adriatico. Concetti ribaditi nel corso di un convegno svoltosi ieri all’Aurum alla presenza di, come le ha definite lo stesso D’Alfonso, straordinarie intelligenze, come il sociologo Giuseppe De Rita, il teologo Mons. Bruno Forte, il giurista ed ex ministro Franco Bassanini, il presidente della Fondazione Spaventa Raffaele Bonanni e la Professoressa Cristina Forlani (ha dato forfait all’ultimo istante il giudice costituzionale ed ex presidente del Consiglio Giuliano Amato. “Citta nuove e sconfinate”, una rivoluzione necessaria nell’era della globalizzazione e della digitalizzazione dove la sfida non é quella di andare alla ricerca di nuovi cittadini o poter, solo,  contare di più   quando si va, con il cappello in mano, ad elemosinare considerazione nei grandi palazzi romani o in quelli di Bruxelles; ma ambire ad un concetto di città moderna, che non si chiuda su se stessa, ma che sia accogliente ed aperta ed allora, come ha sottolineato D’Alfonso nel suo intervento, la questione non é quella di avere più cittadini, ma più infrastrutture e servizi:

“Un bell’esempio da questo punto di vista in Europa – ha detto D’Alfonso – é quello di Malmoe in Svezia, dove un piccolo centro é diventato punto di riferimento straordinario non solo per la comunità svedese, ma per tutta l’Europa. Noi dobbiamo ambire a quel livello, al di là del nome che sceglieremo, per una città che trova il suo punto di quadratura mettendosi in cammino e non perché voglio più soldi dallo Stato. Le idee verranno tutte accolte e lavorate. Valutiamo quale sia il nome migliore: troppe volte Pescara forse è troppo, ma che non sia il nome a produrre l’ultimo decimetro di paura. Vediamo che cosa deve essere il programma della fusione, affinché non si produca nessuna nuova periferia, ma tenendo presenti tutti i rischi, in modo da produrre funzionalità e funzionamento».

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Luca Pompei: