“La dieta della plastica”: consigli utili nel libro di Pasquale Cioffi

A Pescara presentato il libro di Pasquale Cioffi “La dieta della plastica” sul problema dell’esposizione ai veleni rilasciati dalle plastiche a contatto con alimenti e bevande confezionate.

Il farmacista, dirigente dell’Ospedale di Pescara, spiega che si tratta del primo libro pubblicato in Italia su questo argomento. Il dottor Cioffi analizza l’impatto sulla salute umana dell’esposizione di microplastiche e nanoplastiche che ingeriamo costantemente. Un libro che offre la conoscenza sulle contromisure da adottare per ridurre, prevenire ed annullare i rischi da esposizione a questi contaminanti che ci avvelenano giorno dopo giorno. Il volume è stato presentato a Pescara dall’autore insieme a Geremia Mancini, presidente onorario dell’associazione “Ambasciatori della fame” che ha voluto far conoscere ai cittadini i risultati dello studio effettuato dal dottor Cioffi e fornire informazioni utili alla salute e in particolare sugli effetti cumulativi di tutte le sostanze alle quali siamo esposti nell’arco della giornata.

Il dottor Cioffi spiega che ” la plastica è ormai un materiale onnipresente che viene utilizzato quotidianamente da milioni di persone: i giocattoli dei bambini sono per lo più in plastica, l’interno delle automobili, i sacchetti shopper che usiamo per trasportare qualsiasi tipo di merce. Tutto viene confezionato nella plastica perché gli imballaggi sono praticamente tutti realizzati con questo derivato del petrolio.

I settori più rischiosi sono sicuramente quelli della cosmesi e dell’agroalimentare. Le singole sostanze vengono regolamentate ed esistono dei limiti di concentrazione massimi da rispettare e dei limiti di tolleranza per l’organismo umano, ma non esiste altrettanta attenzione per gli effetti cumulativi di tutti gli additivi che per una via o per l’altra assumiamo ogni giorno.

Sarebbe quindi giusto più che di plastica in sé parlare di PVC; acetaldeide e formaldeide, rilasciati da alcuni tipi di plastica ad alte temperature; coloranti e solventi utilizzati nelle stampe anche degli imballaggi per alimenti, la cui natura chimica spesso neanche le aziende che li utilizzano conoscono; ftalati, interferenti endocrini utilizzati per ammorbidire la plastica, ormai onnipresenti; bisfenolo A, rilasciato soprattutto nelle lattine rivestite di resine epossidiche e nelle plastiche con codice “7”; PFAS, utilizzati nell’industria che produce materiali impermeabilizzanti, dalle padelle, agli indumenti.

Sono questi i principali additivi che mettono a rischio la nostra salute più di quanto possiamo pensare, proprio per la loro azione sinergica e per il grado di diffusione che hanno raggiunto ad oggi negli oggetti di tutti i giorni, anche quelli che utilizziamo per mangiare e cucinare”.