Sull’insabbiamento del porto canale di Pescara il PD reclama un’operazione verità, attacca il centrodestra e si dice pronto a collaborare per arrivare ad una celere soluzione
Il consigliere regionale per Partito Democratico Antonio Blasioli, consiglieri comunali e segretari dei circoli del Pd e Carlo Costantini, capogruppo del gruppo consiliare “Costantini Sindaco”, questa mattina, incontrando la stampa, hanno ricordato che da circa un mese, le sirene delle barche della marineria pescarese risuonano in segno di protesta per l’impraticabilità del porto canale e hanno ribadito l’importanza della sicurezza in mare per un comparto storico costituito da tanti lavoratori che rivestono un ruolo fondamentale anche per il turismo, specie in ottica gastronomica.
Hanno espresso solidarietà agli armatori pescaresi e hanno detto: “Una protesta passata troppo sotto silenzio, al punto che la marineria sta optando per un’azione ben più eclatante: disertare la storica processione in mare per Sant’Andrea che si svolge ormai dal 1867. Le condizioni del canale rendono sempre più disagevoli e pericolose le manovre di entrata e uscita delle imbarcazioni, le contestazioni di pescatori e armatori sono quindi legittime.
Il Partito Democratico intende infatti offrire il proprio contributo. Il gruppo consiliare, i candidati al consiglio comunale e i segretari di circolo non mancheranno di attivarsi in tutte le sedi e a tutti i livelli istituzionali per un porto che, ricordiamo, è di interesse nazionale. Impossibile tuttavia tralasciare le gravi responsabilità politiche di tutta la filiera di centrodestra dietro le problematiche dell’insabbiamento e dei fondali troppo bassi, le cui ripercussioni al momento sono attenuate solo dalla professionalità della Capitaneria di Porto, che con sapienza e prudenza fornisce indicazioni in fase di rientro agli equipaggi, che si trovano comunque a svolgere manovre complicate e rischiose, e proprio per questo meritano la nostra piena solidarietà”.
Dragaggio incerto:
I rappresentanti regionali e comunali del Pd hanno ricordato inoltre che “lo scorso 2 luglio si è tenuto uno specifico tavolo tecnico tra gli enti, il cui esito ci è sembrato infruttuoso e incerto. Non si capisce chi debba fare cosa e, cosa più importante, chi abbia le risorse economiche (che non sono affatto poche) per farlo. È quindi venuto il momento di un’operazione verità da parte degli enti coinvolti. Regione, Comune, ma anche Autorità di Sistema Portuale e Ministero delle Infrastrutture, hanno il dovere di chiarire quali azioni verranno intraprese per far sì che, al rientro dal fermo pesca, il prossimo 30 settembre, il porto canale sia di nuovo in condizione di accogliere i pescherecci in maniera sicura, onde evitare il protrarsi di una crisi. È noto che, per un dragaggio ottimale, occorrerebbe rimuovere circa 50.000 tonnellate di detriti. Mentre, per un lavoro appena sufficiente, ne andrebbero rimosse circa 25.000 tonnellate, per un costo che, tra rimozione, trasporto e smaltimento, supera i 10 milioni di euro.
Una somma ingente che al momento non è stata stanziata. Non c’è alcuna rassicurazione sul reperimento di questi fondi da parte di Autorità di Sistema Portuale e Regione Abruzzo. E, anche se questa somma fosse individuata, necessiterebbe di procedure di spesa che richiedono tempi piuttosto lunghi e senza dubbio si protrarrebbero oltre il mese di settembre.Tenendo conto poi che, come detto, persino la rimozione di 25.000 metri cubi rappresenterebbe soltanto un palliativo, altre soluzioni, più economiche, non sono realisticamente percorribili. Lo dimostra anche la parabola dei fanghi presenti nella vasca di colmata – che ormai non vanno più trattati come rifiuti e la cui rimozione è dunque molto meno costosa rispetto a quelli presenti nel porto -, per rimuovere i quali (nemmeno tutti, ma solo 100.000 dei 190.000 metri cubi presenti) il Provveditorato alle Opere Pubbliche sta impegnando oltre un milione di euro e ci sta lavorando dal 2019. Una situazione su cui speriamo presto di avere novità positive dalla valutazione che la commissione di gara farà delle offerte ricevute in risposta alla gara per la progettazione definitiva e i lavori. Le buste sono state aperte il 22 luglio. La vicenda, tuttavia, desta più di qualche preoccupazione perché i lavori di svuotamento della vasca di colmata sarebbero dovuti partire nel 2021, mentre invece tutto è fermo da quella data. Occorre inoltre ricordare che, anche in caso di affidamento, i lavori – per i quali sono previsti 30 giorni per il progetto esecutivo e 100 giorni per le lavorazioni – non potranno partire prima del 15 settembre poiché interdetti durante la stagione balneare”.
Ritardi enormi anche del Piano regolatore portuale:
Il Pd evidenzia che “I rimedi tampone – ovvero lo spostamento della sabbia ai lati del porto per liberare un canale centrale di accesso, la cosiddetta “canaletta” – hanno per loro natura un termine, ed è arrivato il momento di un intervento strutturale che garantisca la piena navigabilità del porto canale. L’attuazione del Piano Regolatore Portuale, che pure potrebbe assicurare una più duratura navigabilità del fiume in sicurezza, sembra essersi incagliata nelle sabbie della burocrazia. Infatti, a fronte dell’istanza per l’avvio della procedura di rilascio della Via “nazionale” presentata da Arap (che si occupa per la Regione del Piano regolatore portuale) lo scorso 6 agosto 2024 – quindi già con un ritardo importante se si pensa che nel luglio 2023 il Presidente Sospiri sosteneva che entro il 2025 i lavori sarebbero terminati -, la sottocommissione Via e il Ministero della Cultura hanno richiesto numerose integrazioni alla documentazione allegata, evidentemente carente. Tra l’altro, non è un caso che, proprio oggi (26 luglio) scada il termine per la presentazione delle osservazioni al Piano Regolatore Portuale. A questa fase seguirà la fase delle controdeduzioni e della Commissione vera e propria che dovrà esprimere il parere, senza contare le lunghe fasi di appalto successive. Insomma, i tempi sono lunghissimi e si sommano ai ritardi già accumulati fino ad ora. Tanto per dare un’idea: stando al cronoprogramma scritto nel Piano Regolatore Portuale, i lavori sarebbero dovuti incominciare ad agosto, e invece ci troviamo ancora nella fase delle osservazioni.
Operazione verità per Pescara:
I consiglieri del Partito Democratito hanno concluso: “Insomma, dinanzi a questo mare di ritardi e cronoprogrammi traditi chiediamo innanzitutto un’operazione verità: esistono gli oltre 20 milioni di euro previsti per il dragaggio totale? Ci sono almeno i 10 milioni di euro richiesti dal dragaggio parziale? Si è in grado di mettere a terra queste risorse in tempo per garantire che alla fine del fermo pesca – cioè a fine settembre – il porto canale sia di nuovo sicuro? Cosa si è fatto fino a oggi per evitare questa situazione? E come mai, in piena emergenza, continuano a svolgersi riunioni inconcludenti?
Le responsabilità politiche del Comune di Pescara e della Regione Abruzzo sono sotto gli occhi di tutti, e le azioni di protesta del Sindaco sono spot che non intaccano minimamente il perdurare della crisi”.
Il Partito Democratico ha anche presentato i cronoprogrammi dei lavori per il porto canale. Tre fasi attuative previste nel progetto e redatti
sulla base delle seguenti ipotesi:
• I tempi previsti, al di là delle differenti FASI, sono stati considerati consequenziali senza alcuna interruzione temporale tra una sub fase e l’altra;
• Non sono stati previsti “tempi morti” tra la conclusione di una FASE e l’inizio della successiva;
• Le progettazioni hanno previsto una stesura coerente con la progettazione sviluppata nella FASE precedente, senza considerare varianti incorso d’opera ecc);
• Non sono stati previsti allungamenti dei tempi di esecuzione dei lavori; Con le informazioni attuali, fermo restando eventuali situazioni e criticità impreviste ed imprevedibili in questa fase progettuale e con la condizione che il finanziamento della FASE C sia perfezionato nel corso dell’anno 2025, è possibile prevedere che la deviazione del fiume Pescara possa essere completata per l’anno 2034/2035, fermo
restando che, come sopra detto, ai tempi ipotizzati potranno aggiungersi quelli difficilmente stimabili a priori e conseguenti ai punti precedentemente elencati.
Il soggetto attuatore di questa FASE è l’ARAP ed il costo dell’intervento è stato stimato in € 20.400.000,00, già interamente finanziati. L’appalto integrato è stato aggiudicato e sono attualmente in corso le attività di predisposizione dello studio di impatto ambientale esteso a tutte e tre le FASI A, B e C per l’istanza di Valutazione di Impatto Ambientale unitaria in sede Ministeriale.
Il soggetto attuatore di questa FASE è l’Autorità di Sistema Portuale di Ancona ed il costo dell’intervento è stimato in € 21.200.000,00, già interamente finanziati.
Per questa fase è disponibile il presente progetto di fattibilità tecnica economica redatto dall’Arap ai sensi del D.Lgs. n. 50/2016, che sarà sottoposto alla Valutazione di Impatto Ambientale unitaria in sede ministeriale con i progetti delle FASI A e C.
Il cronoprogramma è stato redatto ipotizzando come prima attività dell’Autorità di Sistema Portuale l’affidamento dei servizi di ingegneria per l’aggiornamento del PFTE ai fini dell’appalto integrato, attività che potrà essere effettuata durante la fase di valutazione ambientale.
Sulla base del cronoprogramma l’avvio dei lavori della FASE B è previsto quando i lavori della FASE A saranno in fase di conclusione. Tale parziale sovrapposizione temporale dei cantieri risulta comunque compatibile con le fasi di cantierizzazione dal momento che le opere di FASE B (molo sud) non interferiscono con quelle di FASE A
(molo nord).
Per questa fase la Regione Abruzzo e l’Autorità di Sistema Portuale stanno collaborando per perfezionare il finanziamento con la nuova programmazione finanziaria, comunque non ancora assegnato alla data di redazione del presente documento e, di conseguenza, deve essere ancora individuato il soggetto attuatore. Il costo dell’intervento è stimato in € 40.000.000,00.