Inchiesta Tagliacozzo: Minacce al grande accusatore

Inchiesta Tagliacozzo: Minacce al grande accusatore, un proiettile in un vaso e due lettere minatorie per l’ex assessore comunale Alfonso Gargano, agente di Polizia di Stato, ovvero colui che ha fatto partire l’inchiesta nei confronti del sindaco Di Marco Testa e dell’assessore Venturini.

La notizia all’indomani della decisione, trapelata dalle agenzie, ma secondo qualcuno non ancora ufficiale, di revocare le misure restrittive, da parte del Tribunale del Riesame, nei confronti di tutti gli indagati. In realtà l’episodio sarebbe avvenuto nei giorni scorsi. Le lettere sono state sequestrate, così come il proiettile, ed ora sono al vaglio degli inquirenti che cercheranno di risalire agli autori, mentre la Prefettura sta valutando se affidare a Gargano una sorveglianza. Qualche particolare nel contenuto delle lettere – Meriti un monumento non nei giardini di Tagliacozzo ma al cimitero – oppure – ti auguro che tra le persone che hai danneggiato ce ne sia qualcuna che te la faccia pagare – ed ancora – Hai fatto piangere i figli di brave persone, di lavoratori onesti, sei un infame. Cerca di non farti vedere. Alfonso Gargano, ora consigliere comunale, si é dimesso da assessore ai lavori pubblici, secondo l’accusa, su pressione dello stesso sindaco Maurizio Di Marco Testa. Nel febbraio di un anno fa il suo esposto in Procura nel quale si evidenziavano pressioni per far assegnare i lavori per il cimitero, da un milione di euro, all’architetto Carlo Tellone. Sempre secondo le accuse mosse da Gargano la decisione del sindaco di far approvare dal Consiglio Comunale un documento nel quale si sanciva un accordo transattivo tra l’amministrazione comunale e la Carrera Srl, concessionaria dell’ippodromo comunale, su un presunto credito di 800 mila euro, senza riscontri pratici, a favore della ditta e con termini estremamente vantaggiosi nella proroga della concessione.

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