Inchiesta il Vate: la Regione parte civile

Tribunale-Pescara

Inchiesta il Vate: la Regione si costituisce parte civile tramite l’Avvocatura dello Stato. L’udienza odierna rinviata al 19 maggio.

La Regione Abruzzo si costituisce parte civile, tramite il legale dell’Avvocatura dello Stato Generoso Di Leo, nell’ambito del processo sulle presunte tangenti all’assessorato regionale alla Cultura ,  nato da un’inchiesta denominata ” Il Vate” che portò agli arresti domiciliari, per quattro mesi, l’allora assessore Luigi De Fanis. Questa mattina nel corso della prima udienza davanti al tribunale collegiale di Pescara, presieduto dal giudice Maria Michela Di Fine, è stato disposto un rinvio al prossimo 19 maggio,  per difetto di notifica a uno degli imputati. Il pm Anna Rita Mantini ha comunque depositato l’elenco della documentazione che intende produrre, per consentire ai difensori di interloquire nel corso della prossima udienza. La Regione si è costituita parte civile, come già aveva fatto Andrea Mascitti, l’imprenditore che con la sua denuncia diede il via all’inchiesta. nel mirino della magistratura le modalità di erogazione dei contributi regionali in base alla legge regionale 43/73 (abrogata a seguito dell’inchiesta) che disciplinava l’organizzazione, l’adesione e la partecipazione a convegni e altre manifestazioni culturali con la possibilità di distribuzione di fondi. Gli imputati, accusati a vario titolo di concussione, corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, truffa, peculato, abuso e falso, sono l’ex assessore regionale alla Cultura Luigi De Fanis, il rappresentante legale dell’associazione “Abruzzo Antico”, Ermanno Falone, il responsabile dell’Agenzia per la promozione culturale della Regione Abruzzo, Rosa Giammarco, e l’imprenditore Antonio Di Domenica. Sono usciti di scena, invece, Lucia Zingariello, all’epoca segretaria di De Fanis, che ha patteggiato una condanna a un anno e 11 mesi di reclusione, e Rocco Masci, presidente dell’Associazione culturale musicale, sottoposto al regime di messa alla prova per otto mesi. Tutti gli imputati questa mattina erano assenti.

Gigliola Edmondo: