In Abruzzo nacque il secondo presepe della Cristianità

La tradizione assegna a Penne il secondo presepe della Cristianità, dopo quello di Greccio. Il tema al centro del nuovo progetto dello storico Enrico Di Carlo e del musicista Mario Canci

Si tratta di un volume dal titolo “Il Presepe Abruzzese. A Ottocento anni dalla rappresentazione di Penne 1225-2025 di Enrico Di Carlo  Abruzze Presepie d’Italie, InCanto tra Storia e Leggenda Oratorio di Natale per Soli, Coro e Orchestra di Mario Canci” che sarà presentato il 13 dicembre, alle ore 17,  nella sala consiliare della Provincia, in corso Marrucino a Chieti. l libro è corredato da un saggio di Giacomo De Crecchio sul Presepe Antinori. A impreziosire la pubblicazione, edita da Il Viandante,  è la prefazione del Cardinale Angelo Comastri. Introdurrà gli autori Andrea Giampietro.

Nella presentazione del volume si legge: “A ridosso dell’Ottavo Centenario del primo presepe vivente – quello che san Francesco allestì la notte di Natale del 1223 – lo storico Enrico Di Carlo e il musicista Mario Canci, già autori nel 2014 del volume Il Presepe dell’Anima. Gesù Bambine nasce. Suggestioni e Melodie del Natale abruzzese, presentano un nuovo progetto editoriale che, attraverso un doppio percorso storico- letterario e musicale, approfondisce il profondo legame tra l’Abruzzo e la tradizione presepiale, a partire proprio dal presepe francescano testimoniato dal biografo san Tommaso da Celano. La tradizione assegna a Penne il secondo presepe della cristianità, dopo quello di Greccio. In quella città, ove nel 1216 il Santo si era recato per sedare un litigio tra alcune potenti famiglie, nella notte del 25 dicembre 1225 il beato Agostino d’Assisi avrebbe rinnovato la sacra rappresentazione natalizia. Per quanto riguarda i presepi domestici, l’Abruzzo vanta altresì un altro primato: il più antico di cui si abbia memoria è quello appartenuto alla nobile famiglia Piccolomini di Celano. La prima menzione proviene da una fonte tedesca, che riporta un inventario redatto nel 1567, nel quale sono elencate centosedici figurine appartenenti alla “duchessella” Costanza Piccolomini. In merito alla parte musicale, il compositore teatino Mario Canci crea Abbruzze Presepie d’Italie InCanto tra Storia e Leggenda Oratorio di Natale per Soli, Coro e Orchestra. Partendo dal Vangelo di Luca, egli elabora un testo integralmente in dialetto abruzzese, con a fronte la traduzione italiana in versione ritmica, dando vita alla leggendaria e originale visione onirica di un anonimo eremita ritiratosi in contemplazione sulla “montagna Madre”, la Maiella, citata da Francesco Petrarca come “Domus Christi” nel suo De vita solitaria (1346-1356). L’autore immagina di far rivivere così, in Abruzzo, la nascita del Bambin Gesù, “Lu Bambinelle”. Questa prima edizione presenta il testo oratoriale, corredato da un QR Code grazie al quale sarà possibile, in futuro, scaricare a richiesta l’intera opera musicale”.

Durante la presentazione del volume saranno eseguite musiche tradizionali del Natale abruzzese da Mario Canci, canto, flauto, piffero, da Fabio D’Orazio, canto, organetto diatonico, fisarmonica, da Crispi Seccia, canto, zampogna, mandolino e da Vincenzo Macedone, canto e percussioni.

Gli autori Enrico Di Carlo e Mario Canci spiegano: «Il presepe abruzzese non è quello napoletano. Nel nostro, i pastori con le loro greggi e i loro strumenti costruiti da mani nodose, non percorrono tratturi, ma strade polverose che conducono a Dio; non si assiste allo sfarzo di quello napoletano: ben più sobria è la realtà rappresentata. Qui i personaggi non sono allegri e scanzonati perché da sempre rappresentano il mondo contadino e pastorale, seppur povero, ricco nella espressione intensa di un vissuto carico di fede e religiosità, dedito a una quotidianità meno variegata di quella partenopea».

Gigliola Edmondo: