Guerra del latte, protesta didattica in Abruzzo

Guerra del latte, protesta didattica in Abruzzo. A caratterizzare la giornata della mobilitazione nazionale della Coldiretti è stata la presenza di bambini e ragazzi, ai quali sono state spiegate e mostrate le varie fasi di produzione del latte e dei formaggi.

Gli allevatori della Coldiretti, che lottano per difendere la qualità del vero made in Italy, ospitati nel prato antistante il Centro d’Abruzzo di San Giovanni Teatino, dove è stata allestita una fattoria con mucche, trattori e macchinari per la produzione lattiero-casearia. Una guerra all’arma bianca in cui si spara a colpi di latte si sta svolgendo in tutto il Paese, promossa dalla Coldiretti a tutela del latte italiano. Alla luce del proliferare delle frequenti contraffazioni e dei messaggi ingannevoli sul made in Italy, la Coldiretti punta ad informare i consumatori guidandoli nell’acquisto dei prodotti lattiero-caseari.

La mobilitazione della Coldiretti prende il via dal presidio allestito dagli allevatori a Ospedaletto Lodigiano (Lodi), davanti al centro di distribuzione della multinazionale del latte francese Lactalis, che ha acquisito i marchi nazionali Parmalat, Galbani, Invernizzi, Locatelli e Cademartori. E nelle grandi città si teme il caos, il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, che ha annunciato la firma del decreto attuativo del Fondo Latte che stanzia 55 milioni di euro per il settore. Alla proteste della Coldiretti avevano replicato i vertici della Lactalis, secondo i quali l’azienda, che si dichiara aperta al dialogo, ai propri conferenti paga “il latte italiano puntualmente, fino al 20% in più rispetto alla media del prezzo del latte alla stalla dei mercati europei”. Dal canto suo, la Coldiretti aveva risposto che, in Italia, i consumatori pagano il latte fresco oltre il 30% in più rispetto alla Germania e il 20% in più rispetto alla Francia.

“Dietro i marchi Parmalat, Galbani, Invernizzi e Locatelli con cui la multinazionale francese vende prodotti lattiero caseari in Italia – precisa la Coldiretti – non è neanche sempre certo ci sia latte italiano. La multinazionale fa propaganda perché vuole strumentalmente comprare il latte italiano ai prezzi tedeschi e venderlo a prezzi italiani”.