Giulianova: Roberto Trivelloni trovato morto in casa

E’ stato trovato senza vita nella sua abitazione Roberto Trivelloni , persona molto nota a Giulianova sia per la sua passione per il calcio che per le vicissitudini vissute dalla sua famiglia.

Roberto Trivelloni, aveva 58 anni, e a Giulianova lo conoscevano ed era benvoluto da tutti. Era diventato famoso per le sue invasioni di campo, negli anni ’90 e primi anni 2000, durante le partite come quella durante la quale entrò nel perimetro di gioco indossando un mantello giallorosso e dirigendosi verso la curva dei tifosi del Giulianova Calcio in occasione in un derby con il Teramo oppure la sfida accesissima contro il Sora.

Trivelloni frequentava spesso la zona del porto dove, poichè non aveva un lavoro fisso, c’era sempre qualcuno disposto a donargli qualcosa per poter andare avanti. In città non lo vedevano da tre giorni quando il  suo cane Black, domenica mattina del 18 novembre, è stato notato dai vicini perchè mostrava segni di insofferenza ed era solo nel giardino antistante l’abitazione dell’uomo.

Ieri mattina il corpo senza vita è stato trovato dai carabinieri di Giulianova che sono entrati forzando la porta ed hanno trovato il cinquantottenne nel suo letto. Trivelloni indossava un pigiama e una maglietta mentre sul pavimento c’era una stufetta a gas spenta.  L’ispezione cadaverica del medico legale ha rilevato nell’uomo una grave insufficienza epatica e respiratoria.

A Giulianova c’è chi ricorda che Roberto Trivelloni ha avuto una vita difficile e sfortunata così come la sua famiglia, colpita da gravi lutti: un fratello era morto in un incidente stradale, un altro si era suicidato. L’unica superstite è la madre, la signora Maria, che da molti anni è ricoverata nella Casa di Riposo di Nereto.

Trivelloni nel 2017 era stato protagonista durante una singolare iniziativa di protesta contro l’Amministrazione comunale attuata da un commerciante che minacciava di darsi fuoco. Lui con fermezza è riuscito a sfilargli dalle mani la tanica all’interno della quale c’era il combustibile con il quale l’uomo voleva appiccare le fiamme.

 

Gigliola Edmondo: