Sugli effetti in Abruzzo dei Dazi Usa al 15% Confindustria considera urgente e strategica l’approvazione di un’intesa con Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. Intanto il 25 settembre è previsto un incontro dell’Associazione degli imprenditori con i parlamentari abruzzesi
L’accordo sui Dazi tra Stati Uniti d’America e Unione Europea con tariffe al 15% è sicuramente migliorativo rispetto all’ipotesi iniziale del 30% che avrebbe causato danni fino a 2,3 miliardi di euro per i consumatori americani e per il Made in Italy agroalimentare. Tuttavia, il nuovo assetto tariffario, avrà impatti differenziati tra i settori e dovrà essere accompagnato da compensazioni per le filiere penalizzate anche considerando la svalutazione del dollaro. Al Tg8 parla il direttore generale di Confindustria Abruzzo e direttore generale di Confindustria Abruzzo Medio Adriatico Luigi Di Giosaffatte.
Con l’accordo tra Unione Europea e Mercosur si stima un potenziale incremento annuale dell’export italiano tra 4,5 e 7 miliardi di euro.
· Il trattato permette l’eliminazione del 95 % dei dazi UE e del 91 % per il Mercosur, con benefici superiori agli accordi precedenti (Canada, Giappone, Corea). Include disposizioni su servizi, semplificazioni doganali, appalti pubblici, tutela delle IG, sostenibilità e PMI.

Cottarelli: “Esporteremo di meno, ma non è un tracollo completo”:
Per quanto riguarda i possibili effetti dei dazi imposti dal presidente statunitense Donald Trump sull’economia italiana, coniugati alla situazione del dollaro debole, all’agenzia Ansa l’economista e direttore dell’Osservatorio Conti pubblici Carlo Cottarelli ha spiegato che non è facile fare stime ma «noi esportiamo verso gli Usa circa 70 miliardi, pari all’11% delle nostre esportazioni totali. Ci sarà un prezzo da pagare, esporteremo di meno, ma non è un tracollo completo. Un accordo al 15% non è una cosa buona, è sopportabile. La questione è che ci sono alcune imprese, anche nello stesso settore, tipo il farmaceutico, che esportano il 50% verso gli Usa e altre che esportano zero. Per quelli che esportano molto il colpo sarà più forte.I comparti che vendono di più sono i macchinari, la farmaceutica al secondo posto, prodotti dell’elettronica al terzo, poi i veicoli e i prodotti alimentari, soprattutto i vini».
