Dragaggio porto Pescara, Sospiri: “Entro giugno 2026 operazioni messe a sistema”

Entro giugno del 2026 le operazioni di dragaggio del porto canale di Pescara saranno messe a sistema: risponde così il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri ai timori espressi dalla marineria

L’attività di dragaggio al porto canale di Pescara subisce un rallentamento rispetto alla tabella di marcia iniziale visto che al momento sono stati prelevati solo 2800 metri cubi di fanghi, sui sei mila indicati dall’Autorità di Sistema Portuale. Il materiale prelevato non è nocivo e può essere riutilizzato in edilizia, ma non rigettato in mare. Entro l’anno bisogna procedere con l’escavo ha spiegato l’ingegnere Giovanna Brandelli (nella foto in basso) che sta coordinando l’intervento.

L’ingegnere Brandelli aggiunge che «La prima cernita dei 2800 metri cubi prelevati è già stata fatta. Ora il materiale va igienizzato a terra e sottoposto a un’altra sessione di analisi. Procediamo per step. Poi i risultati arriveranno. I fanghi già ritirati dal fondale sono stati depositati nella vasca di stoccaggio temporanea, allestita lo scorso 4 settembre e ora l’ingegnere Giovanna Brandelli ha intenzione di chiedere alla Direzione Marittima la possibilità di rendere tale contenitore permanente, visto che al momento la vasca di colmata non può essere utilizzata in questo modo».

Il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri (nella foto in basso), evidenzia che si tratta di «un esempio virtuoso, rappresentato proprio dalla procedura che stiamo attuando per affrontare l’emergenza del dragaggio. Un metodo che consente di contenere i costi del trattamento in banchina dei fanghi prelevati e analizzati dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale. Materiale che verrà riutilizzato in edilizia».

La marineria e Doriano Camplone, presidente dell’Associazione Pesca professionale “Mimmo Grosso” sono preoccupati per la tempistica.

Il presidente Campione afferma: «Per adesso la situazione non desta particolare preoccupazione e confidiamo nei risultati delle modalità individuate dalla Regione. Le difficoltà, seppur contenute, ci sono state. Al momento, però, attendiamo. Di sicuro le criticità maggiori sono state riscontrate con la bassa marea, durata circa due settimane. Un fenomeno naturale, che può verificarsi da un momento all’altro, e per cui abbiamo avuto delle indicazioni precise dalla Capitaneria di Porto. In casi estremi dobbiamo fermarci. La pulizia del fondale aiuta. E così sperare in tempi meno lunghi per il dragaggio è lecito per chi vive di questo».

 

Gigliola Edmondo: