DPCM, D’Alberto “I sindaci non possono controllare”

Il nuovo DPCM, firmato ieri, 18 ottobre 2020, dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, non è assolutamente piaciuto ai sindaci che lo hanno definito come uno “scaricabarile”.

Il governo, in effetti, lascia ai primi cittadini la responsabilità di chiudere strade o piazze della città in cui c’è il rischio assembramenti la sera a partire dalle 21. L’immediata protesta dei sindaci e del presidente dell’Anci nazionale Decaro sembra aver in parte fatto effetto su Palazzo Chigi, tanto che nella versione definitiva del dpcm è sparito il riferimento diretto ai sindaci, presente invece nell’ultima bozza. Sulla questione dei controlli è arrivata la precisazione dal Viminale:

«Col nuovo Dpcm lo Stato non abbandona i Comuni né li investe di responsabilità improprie: i primi cittadini, che sono autorità sanitarie locali, saranno ovviamente supportati in tutto dai Prefetti, negli appositi Comitati provinciali di ordine pubblico. Ed è proprio con i Prefetti e nei Comitati Provinciali che si potranno valutare casi particolarmente delicati in cui risultasse necessario, opportuno e possibile chiudere al pubblico strade o piazze». Lo ha dichiarato il Sottosegretario all’Interno con delega agli Enti Locali, Achille Variati. “Proprio con i Prefetti e nei Comitati Provinciali si potranno valutare casi particolarmente delicati”.