Il dolore interiore può rimanere nascosto anche dietro a un sorriso: le fragilità dei più giovani maturano in un contesto sociale sempre più complesso e spesso non vengano percepite in tempo
Dopo il suicidio di Luca Palmegiani a Roccaraso, durante la convention di Forza Italia (leggi anche: Tragedia Roccaraso: la passione per la politica, quei messaggi di addio e il dolore della famiglia), si riaccendono i riflettori sul problema del disagio giovanile. Il giovane, benvoluto da tutti e apparentemente senza segnali evidenti di sofferenza, si è tolto la vita lasciando amici, familiari e conoscenti in uno stato di sgomento e incredulità.
Il tema sarà anche al centro di un convegno in programma a Roseto degli Abruzzi il prossimo 24 gennaio. La tragedia che ha portato alla luce il peso emotivo che le nuove generazioni si trovano a portare, spesso in silenzio, senza che il loro malessere venga compreso o adeguatamente affrontato.

Secondo i dati forniti dall’Istat, il suicidio rappresenta la seconda causa di morte tra i giovani dai 15 ai 24 anni in Italia. Per questo motivo è fondamentale investire in programmi di supporto psicologico nelle scuole e nei luoghi di aggregazione giovanile, oltre a promuovere una cultura dell’ascolto e della prevenzione.
