Costantini su Nuova Pescara: “Vecchie logiche politiche frenano il processo di fusione”

Ancora una battuta d’arresto nel processo di fusione della Nuova Pescara a 5 anni dal referendum, manca l’accordo per la nomina del presidente della Commissione Statuto, ed uno dei promotori, Carlo Costantini ritira la sua candidatura.

Nel 2014 gli abitanti di Pescara, Spoltore e Montesilvano diedero parere positivo alla fusione dei tre comuni, attraverso un referendum consultivo, spianando la strada verso un progetto estremamente ambizioso, ma anche necessario nella logica dello sviluppo soprattutto economico dove fare squadra diventa fondamentale. Da allora, però, molti i passaggi a vuoto in un processo lento ed anche profondamente osteggiato, ma certamente inarrestabile, nonostante ci sia chi vorrebbe proporre un secondo referendum. Uno dei principali promotori della Grande Pescara, l’ex parlamentare di Italia dei Valori, Carlo Costantini, alla luce dell’ennesimo nulla di fatto, nella seduta dell’assemblea costitutiva di ieri, prova a lanciare un segnale forte ritirando la propria candidatura da presidente dell Commissione Statuto, alzando le mani al cospetto, questa volta, di logiche da vecchia politica, espresse da chi non gradisce la sua elezione:

“Paradossale constatare come i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia ed Udc a Pescara, in linea, durante la campagna elettorale, con il programma politico di Carlo Masci assolutamente favorevole alla fusione – sottolinea Costantini – pongano un veto alla mia candidatura, e qui nulla di strano, per indicare come alternativa il nome di Valter Cozzi, assessore a Montesilvano, da sempre contrario alla fusione.”

Una battuta d’arresto, a dire il vero, non particolarmente nociva, visto che l’elezione del presidente della Commissione Statuto è un fatto prettamente formale, ma che lancia un segnale scarsamente rispettoso verso quella che costituisce una volontà popolare ormai cristallizzata:

”Vedo una grandissima debolezza culturale del ceto politico, più interessato alla salvezza del proprio tornaconto e alla autoconservazione. C’è un disinteresse nei confronti della verità: tra 20 anni qui tutto sarà diverso, saremmo una società più anziana e come accadrà nel mondo intero più densamente popolati’. In queste ore mi chiedo cosa siano la spoltoresità, la montesilvanità: sono valori così assoluti che ti permettono di resistere alla spinta del cambiamento o suggestioni utilizzate per cavalcare l’autoconservazione? – si chiede l’ex parlamentare Idv – Questo tipo di conservazione non è un valore, ma la spia che non si è capito che i cambiamenti sono veloci”.

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